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“Vogliono respingere chi arriva vivo”. L'Ong punta il dito contro il governo

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È sempre vivo il confronto, anche dialettico, tra la maggioranza di centrodestra al governo e le Ong. Stavolta a criticare l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è Sea Watch, che si è scagliata contro la misura adottata dal governo che avrà una durata di sei mesi e per il quale ha previsto un finanziamento iniziale di 5 milioni di euro: “Il Consiglio dei ministri italiano ha proclamato il cosiddetto ‘stato di emergenza’. Non per le 600 persone annegate nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno ma per poter respingere rapidamente chi raggiunge vivo le coste italiane. Il governo italiano sostiene che il sistema di accoglienza del Paese è sopraffatto - prosegue l’Ong -. Ma negli ultimi anni migliaia di posti nei centri di accoglienza sono rimasti vacanti”. 

 

 

“Parte integrante del pacchetto di misure - dicono ancora da Sea Watch - è l’agevolazione delle deportazioni, aggirando i processi parlamentari. La situazione attuale non è un disastro, non certo un disastro naturale, ma il risultato delle politiche migratorie italiane ed europee. Non c’è emergenza nella sopravvivenza. La migrazione è e rimane un diritto umano. Le capacità di accoglienza ci sono, manca la volontà politica. Lo ‘stato di emergenza’ italiano - denuncia l’organizzazione umanitaria tedesca - rafforzerà ulteriormente le frontiere esterne europee”.

 

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