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Michaela Biancofiore nuovo capogruppo di Noi Moderati: “Porterò valori più liberali”

Pietro De Leo
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Scopriamo dal sito del Senato che Michaela Biancofiore, storica esponente del centrodestra, è stata eletta capogruppo per Civici d’Italia-Noi Moderati-Coraggio Italia-Udc-Maie.

Perché nessun comunicato ufficiale?
«Siete bravi, non lo sapevo nemmeno io che era già sul sito. Aspettavamo correttamente l’annuncio del Presidente La Russa nell’aula del Senato.
Non ho smanie di apparenza, sono passata ormai dall’età muscolare all’età cerebrale» (ride n.d.r).

Siederà alla conferenza dei capigruppo: più strumenti per incidere. Che approccio porterà?
«E pensare che non mi volevo più candidare per dedicarmi completamente alla start up che ho fondato per gli animali domestici, poi ho vinto l’unico collegio contro il campo largo d’Italia. Comunque Giorgia Meloni, della quale già nel mio libro “Il cuore oltre gli ostacoli” del 2014 sottolineavo capacità e prospettive, mi ha ridato entusiasmo. Ringrazio i colleghi del gruppo che mi hanno eletto e in particolare il Senatore De Poli che mi ha passato il testimone per gli impegni istituzionali di questore del Senato. Sedere alla conferenza dei capigruppo è un onore, ma anche l’onere di apportare idee e progetti di legge in linea con il programma di governo, puntando ad evidenziarne l’identità conservatrice. Come diceva il mio amico Antonio Martino che abbiamo appena commemorato in Senato, ciò significa battersi per conservare le libertà che diamo spesso per scontate. Ecco, mi piacerebbe poter rappresentare nella maggioranza un tratto più autenticamente democratico-liberale».

 

 

Sono giorni di scontro politico. De Benedetti che dà della demente a Giorgia Meloni...
«De Benedetti è il protagonista della fiaba di Esopo la Volpe e l’Uva, la cui morale è: quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba.
Quello che mi ha indignato è il silenzio delle donne di sinistra e in particolare di Elly Schlein innanzi al turpiloquio e all’evidente sessismo del suo brutale ospite. Quando Schlein è stata vittima di volgari striscioni, Giorgia Meloni è intervenuta subito, condannando. Elly e le signore del “se non ora quando” hanno invece fatto gli struzzi».

Dalle nostre colonne lei tempo fa aveva chiamato ad una sorta di «metoo» delle donne di centrodestra per fare scudo a Giorgia Meloni.
«Sì, io non sono femminista e non mi sono mai occupata di politiche femminili perché detesto le etichettature ma trovo aberrante la solita sinistra dei due pesi e delle due misure. Però, anche dalla società civile e dalle veterane di centrodestra delle politiche femminili, questo silenzio stona».

C’è stato anche lo scontro sulle parole di La Russa su via Rasella. Lei, da bolzanina, conosce bene la storia del reggimento Bozen. Cosa pensa di quanto affermato dal Presidente del Senato?
«Quelli che lo attaccano sono gli stessi che hanno sempre taciuto sui manifesti con i tralicci saltati e il sangue dei nostri carabinieri uccisi, sulle stragi degli anni ‘60, sulla mancata estradizione dei terroristi altoatesini ed in ultimo, col tentativo nazi-fascista di questi giorni, di un partito dell’estrema destra sudtirolese, di "ritedeschizzare l’Alto Adige". Da bolzanina mi rattrista molto che c’erano reggimenti nazisti originari della mia terra e, pochi sanno, anche un lager a Bolzano. La drammatica vicenda di via Rasella che ha dato il pretesto ai nazisti della rappresaglia delle fosse Ardeatine appartiene ad una storia dolorosa ma che non ha nulla a che fare col presente dell’Italia. Mettiamo fine all’esegesi di ogni parola e a questa barbarie di rivendicazioni».

 

 

Da Berlusconi a Salvini a Meloni è sempre lo stesso film di attacchi. Anche se al momento il copione è questo, secondo lei, con Schlein che appartiene ad una nuova generazione, cambierà qualcosa?
«Le sinistre hanno un bug genetico, una presunta superiorità divina che si scioglie come neve al sole una volta saliti al governo, sempre a tavolino e quasi mai per via democratica. Purtroppo la Schlein che stimo perché ha passione, è già ricaduta nello stesso refrain. Ma la colpa è anche del centrodestra che spesso e volentieri sembra succube di un gap culturale. Il mio gruppo cercherà il più possibile di unire, equilibrare e tranquillizzare la maggioranza, nella quale non c’è nulla che non va. Basta farsi condizionare dal mainstream, governare è difficilissimo e per fare il bene degli italiani ci indica la strada Dante, padre della lingua e quindi della Nazione: 'non ragioniam di lor ma guarda e passa'».

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