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Quando viene tolto il canone Rai: "Addio in 5 anni"

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Leonardo Ventura
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La Lega presenta al Senato una proposta di legge per cancellare in cinque anni il canone Rai. Nella bozza si legge di "una progressiva riduzione dell’importo del canone Rai, con un taglio a cadenza annuale del 20 per cento, fino al suo totale azzeramento". Nella bozza viene ridefinito anche il concetto di servizio pubblico "indispensabile per mantenere e affermare i valori culturali e sociali e difendere le identità locali".

Previsto anche un nuovo canale «interamente dedicato alla trasmissione di programmi e rubriche di promozione culturale» in cui non sarà possibile trasmettere spot pubblicitari. Non solo, nel testo si legge che "laddove sussista ancora oggi l’impossibilità di accesso alla rete o l’impossibilità di fruizione del servizio da parte degli utenti per motivi estranei alla propria volontà, il pagamento del canone di abbonamento non è dovuto".

Un articolo poi elenca le tipologie di trasmissioni da programmare tra cui quelle "idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale ed economica del Paese, nonché nelle istituzioni e nella famiglia, valorizzandone le opportunità, l’impegno e i successi conseguiti nei diversi settori, in adempimento ai principi costituzionali".

Il pubblico interesse del programma dovrà essere reso riconoscibile per i telespettatori inserendo la frase "programma finanziato con il contributo del canone all’inizio, alla fine o nel corso di ciascuna trasmissione". Posso derogare a tale obbligo i telegiornali. L’art. 5 prevede l’estensione della durata della concessione fino a dodici anni e del mandato dei membri del consiglio di amministrazione a cinque anni. Per i componenti del Cda non sarà possibile ricoprire l’incarico per più di due mandati consecutivi. C’è anche la volontà di tagliare i costi con un articolo che prevede "che non si possa esternalizzare più del 30% delle produzioni".

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