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Cgil contro la riforma fiscale che fa risparmiare oltre mille euro di tasse

Pierpaolo La Rosa
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Risparmi fino a 1.150 euro dalla riforma del fisco varata quattro giorni fa dal Consiglio dei ministri. È una delle stime, contenute in un’analisi della Fondazione nazionale commercialisti, in merito al disegno di legge delega dell’esecutivo, illustrato tre giorni fa dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Congresso della Cgil, a Rimini. L’obiettivo del governo è quello di una diminuzione da quattro a tre delle aliquote dell’Irpef.

La simulazione, condotta dalla Fondazione nazionale commercialisti sulla base appunto di tre aliquote, ha preso in considerazione, con riferimento all’Imposta sul reddito delle persone fisiche, tre differenti tipologie di reddito - dipendente, autonomo e pensionato -, e quattro tetti di reddito - 20 mila euro, 35 mila euro, 50 mila euro, 60 mila euro - Ne sono venuti fuori tre scenari, che sono stati messi a confronto con le norme attualmente vigenti, basate su quattro aliquote.

Secondo quanto emerge dallo studio effettuato, e cominciando dall’ipotesi ritenuta più costosa, con l’applicazione dell’aliquota del 23% fino a 15mila euro, del 28% fino a 50mila euro e del 43% oltre i 50mila euro, si potrebbero determinare risparmi sino a ben 1.150 euro per chi rientra nella fascia reddituale compresa tra i 50 e i 60mila euro, e di 100 euro per coloro che dichiarano 35mila euro, mentre i redditi pari a 20mila euro avrebbero perdite per 150 euro. C’è, poi, una seconda simulazione, meno costosa della precedente, che prevede il 23% applicato allo scaglione fino a 28mila euro, il 33% fino a 50mila euro ed il 43% oltre la soglia dei 50mila euro. In tale caso, si registrerebbero guadagni per tutti i contribuenti: guadagni che andrebbero dai 100 euro per un reddito pari a 20mila euro a 400 euro per un reddito di 35mila euro, fino a 700 euro per chi dichiara compensi più elevati.

C’è, infine, un terzo ed ultimo scenario, il meno dispendioso rispetto ai primi due, con il 23% fino a 28mila euro, con il 35% fino a 50mila euro e con il 43% per i redditi sopra i 50mila euro, che contemplerebbe risparmi pari a 100 euro per la soglia reddituale più bassa e a 260 euro per i restanti redditi superiori a 28 mila euro. La conclusione a cui giunge la Fondazione nazionale commercialisti è presto detta: «Le modifiche ipotizzate viene osservato - comportano guadagni in valore assoluto maggiori per i redditi più alti per via della struttura progressiva dell'Irpef a scaglioni, main termini relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse».

Malgrado le prime simulazioni parlino chiaro, nel senso di una diminuzione generalizzata dal carico fiscale, a ribadire la propria contrarietà al provvedimento dell’esecutivo è Maurizio Landini. «Nei prossimi giorni è necessario avviare un confronto ed una mobilitazione, e non escludiamo nulla, dalle manifestazioni di piazza ad azioni di sciopero», le parole pronunciate dal riconfermato segretario generale della Cgil nel corso della trasmissione televisiva «Mezz’ora in più», su Rai3. «Noi non condividiamola delega del governo sul fisco: e questo non è solo il nostro giudizio, ma anche di Cisl e Uil - continua Landini - Nei prossimi giorni ci incontreremo per decidere quali iniziative intraprendere. Il governo ha presentato una delega che non ci convince, non l'ha discussa con noi».

A difendere la riforma è, invece, il vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché leader della Lega, Matteo Salvini, che rilancia sui social le simulazioni della Fondazione nazionale commercialisti e scrive: «La riduzione a tre aliquote per l'imposta sul reddito delle persone fisiche è l'inizio di un percorso verso la rivoluzione fiscale, un impegno che la Lega porta avanti da anni. L’obiettivo comune è portare al termine della legislatura la Flat tax per tutti, autonomi e dipendenti. Per un sistema finalmente chiaro, snello e semplice». 

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