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Divorzio tra Italia Viva e Azione: la crepa che spacca l'alleanza a Siena

Christian Campigli
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Un autentico fulmine a ciel sereno. Una notizia che rimette in discussione un accordo che appariva, al di là della normale dialettica post elettorale, come prossimo al suo compimento. Azione e Italia Viva si separano. Per ora solo, si fa per dire, a Siena. Ma non è da escludere che questa prima, clamorosa crepa, possa generarne altre. Nel primo pomeriggio esce una nota del partito di Carlo Calenda. “Azione Siena, in una partecipata riunione alla presenza degli organi comunali e provinciali, nonché del Segretario Regionale Marco Remaschi, ha deciso all’unanimità e con vivo entusiasmo di presentare una lista e candidatura a sindaco autonoma del Terzo Polo per le elezioni del Comune di Siena”. Una scelta che ha irritato e non poco Italia Viva.

 

 

“Azione a Siena si assume la responsabilità di spaccare il Terzo Polo riformista e liberal democratico al quale congiuntamente stavamo lavorando da mesi – ha sottolineato Massimo Cava, coordinatore di Italia Viva nella città del Palio - Personalismi, ambizioni di nicchia, mancanza di valori e di correttezza, sono alla base di una decisione scellerata di cui Azione si assume la responsabilità di livello regionale e nazionale. Tradisce l’impegno congiunto assunto nella Federazione. Nella prossima settimana – conclude Cava – convocheremo l’assemblea dei nostri iscritti chiamati a scegliere il sindaco cui affidare il nostro sostegno, definendo un campo preciso di impegno politico che sicuramente non subirà influenze esterne o condizionamenti alcuno”.

 

 

Una frattura, quella emersa in questo caldo pomeriggio di febbraio, che potrebbe allargarsi a macchia d'olio ad altri territori prima, a livello nazionale successivamente. I modesti risultati elettorali alle regionali di Lazio e Lombardia avevano creato qualche malumore, ma i diretti interessati avevano più volte smentito ipotesi di rottura. Ribadendo, al contrario, il desiderio di creare il partito unico quanto prima. Un'autentica doccia fredda per i centristi. Un incendio che Renzi e Calenda dovranno spegnere rapidamente. 

 

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