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Terzo Polo, Renzi e Calenda litigano sul partito unico: "Tempi diversi"

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Il partito unico tra Azione e Iv parte in salita. Se il traguardo è condiviso, infatti, altrettanto non si può dire per il percorso da seguire per raggiungerlo. Ad ammettere che sulle tempistiche il confronto è in atto è lo stesso Carlo Calenda. "Con Renzi abbiamo due idee diverse - spiega in tv - io voglio fare il partito subito, Renzi più tardi, dopo le Europee, ma per me non ci arriviamo dopo le Europee. Non c'è tempo, gli elettori devono avere un partito subito", insiste.

La replica dei renziani non si fa attendere. L'ex premier non interviene direttamente e affida la linea a Ciro Buonajuto e Alessia Cappello, da poco nominati portavoci nazionali di Italia Viva. "Renzi ha detto sia privatamente a Calenda che pubblicamente che siamo pronti a fare il partito unico anche subito. Il problema non è il se, né il quando. Ma il come”, tagliano corto. Non solo. "Per noi non c’è nessuna divisione e indietro non si torna. Se questo dibattito sul partito unico serve a cancellare le polemiche sulle regionali, va bene. Se qualcuno invece si vuole tirare indietro rispetto alla creazione di un partito unico - rilanciano - lo dica. Noi vogliamo andare avanti, ma un partito si fa con un processo politico, non con i tweet o i talk show".

Dalle parti di Azione provano a sdrammatizzare. "Non conosciamo queste persone", dicono tranchant. Poi, però, è di nuovo Calenda a intervenire per mettere le cose in chiaro. Il percorso verso il partito unico è stato promesso agli elettori e discusso molte volte nel Comitato Politico: scrittura del manifesto, apertura alla sottoscrizione di cittadini e associazioni, costituente con voto degli iscritti per elezione organi dirigenti e leadership. Su questo siamo tutti d’accordo. Il 27 decideremo i tempi (spero più stretti possibile) in un incontro con il Comitato Politico, la vicePresidente Elena Bonetti e il Presidente/segretario di Italia Viva Matteo Renzi. Il resto sono ricostruzioni e invenzioni. Avanti", mette nero su bianco su Twitter. Il leader di Iv, intanto, tranquillizza gli animi: "Non c'è nessun problema, noi non abbiamo nessun problema - ripete Matteo Renzi ai suoi - è tutto un diversivo per non parlare più delle Regionali, tanto è vero che si è già rimangiato tutto". Secondo i 'falchi' renziani lo 'sprint' sul partito serve a placare la maretta nata dentro Azione dopo il voto nel Lazio e in Lombardia: "Alcune candidature sono state finanziate con i fondi del partito e altre no e c'è chi non ha gradito", è l'accusa.

"Un conto è una federazione e un altro è il partito, significa gruppi unici, fondi unici, simbolo unico. Renzi non solo non vuole Calenda nel simbolo, ma ci sta ripensando", è invece la replica dei calendiani doc. "Il partito unico è la nostra destinazione e il nostro destino - insistono invece i renziani - fino ad ora il comitato politico si è riunito solo tre volte. La riunione del 27 era prima convocata il 16, poi Calenda ha rinviato per andare in montagna". Sarà il faccia a faccia di fine febbraio, forse, a placare gli animi.

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