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Caso Cospito, Meloni: "Abbassare i toni". E blinda Delmastro

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Dopo cinque giorni di assoluto silenzio, Giorgia Meloni prende posizione sul caso che ha coinvolto il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, e il deputato di Fdi, Giovanni Donzelli.

La presidente del Consiglio, che a Berlino dopo il bilaterale col Cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva dribblato l'argomento, si affida a una lettera inviata al Corriere della Sera per tentare di stoppare le polemiche e il pressing delle opposizioni che in coro hanno chiesto le dimissioni di entrambi gli esponenti di Fratelli d'Italia dopo che Donzelli nell'Aula della Camera ha criticato alcuni parlamentari del Pd per aver fatto visita in carcere ad Alfredo Cospito, citando però conversazioni tra l’anarchico e due mafiosi contenute in documenti in possesso di Delmastro.

La mossa studiata a palazzo Chigi, tuttavia, non sortisce l'effetto sperato. Anzi, Pd e M5s dopo aver visto le righe scritte da Meloni tornano alla carica con maggiore veemenza.

Nella lettera d'altronde la premier non 'molla' i due big del partito di via della Scrofa, piuttosto blinda Delmastro non ritenendo ci siano "in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto". Peraltro, ricorda Meloni, le notizie contenute nella documentazione, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, "sono state addirittura anticipate da taluni media".

Insomma, nessuno scandalo per la premier che, confessa, finora ha evitato di intervenire per "non alimentare una polemica che considero, per tutti, controproducente". E questo perché "i toni si sono alzati troppo", perciò "invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso". Un richiamo generale, con un riferimento particolare che tira in ballo soprattutto Delmastro e Donzelli, protagonisti in Aula e sulla stampa di dichiarazioni non condivise a Chigi. Lo dimostra il passaggio in cui Meloni ammette che al Pd è stata mossa "un'accusa sicuramente eccessiva".

È a questo punto, però, che la lettera prende di mira proprio il partito dem. "Trovo singolare l’indignazione del Pd", afferma Meloni richiamando eventi del passato, quando "la sinistra ha mosso alla sottoscritta, leader dell’opposizione, le accuse di 'essere la mandante morale delle morti in mare' o di guidare un 'partito eversivo'".

Meloni non si ferma, aggiunge di trovare "paradossale" che non si possa chiedere conto alla sinistra "delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Pd, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l’esterno". E ancora: "Quello che colpisce me, ancora più di quella visita, è che dopo aver preso atto - da quello che riporta la stampa sulla vicenda - dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell’istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata".

Terminati i richiami ai dem, Meloni prova a gettare acqua sul fuoco evidenziando il fatto che "il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando". "Ovunque compaiono minacce alle istituzioni italiane, qui in patria e all’estero", scrive la premier facendo riferimento all'attività degli anarchici, protagonisti anche oggi con cortei organizzati a Milano, Roma e Napoli per solidarizzare con Cospito e manifestare contro il 41 bis. "È chiaro che non ci troviamo davanti a una delle tante polemiche che agitano il mondo politico - aggiunge -, ma a una situazione dai contorni decisamente inquietanti che rischia di avere conseguenze gravi. A uno scenario che richiede prudenza e cautela ma che deve vedere compatto lo Stato, in tutte le sue articolazioni e componenti, a difesa della legalità. È un appello che rivolgo a tutti, politici, giornalisti, opinionisti. Perché non ci si debba domani guardare indietro e scoprire che, non comprendendo la gravità di quello che stava accadendo, abbiamo finito per essere tutti responsabili di un’escalation che può portarci ovunque".

A poche ore dalla pubblicazione della lettera, tuttavia, il leader del M5s Giuseppe Conte torna a chiedere alla Meloni di "imporre a due suoi fedelissimi di dimettersi, perchè hanno raccolto informazioni sensibili e le hanno utilizzate per aggredire una forza di opposizione, per fini di mera lotta politica". Ancor più duro il Pd che va all'attacco con una contro-missiva siglata dal segretario Enrico Letta e dalle capogruppo dem Simona Malpezzi e Debora Serracchiani. "Abbiamo, purtroppo, letto le parole di un capo partito che difende i suoi oltre l’indifendibile e, per farlo, rilancia polemiche strumentali e livorose contro l’opposizione - dichiarano -. Una lettera che riattizza il fuoco invece di spegnerlo".

Le affermazioni della Meloni sulla necessità di comportamenti responsabili, proseguono, "ci inducono a ricordarle che il Pd ha nel suo dna la tutela della libertà, della democrazia, delle istituzioni repubblicane, dello Stato di diritto ed è e sarà sempre un costruttore di unità e coesione nazionale. Non è pertanto a noi che l’appello va rivolto ma a Fdi, di cui lei è leader e presidente, che ha infranto con accuse diffamanti e calunniose questa unità politica proprio in uno dei momenti parlamentari più importanti, il voto per l’istituzione della Commissione Antimafia".

Lo scontro, quindi, è tutt'altro che chiuso, anche se a sera Meloni invia nella chat dei parlamentari di Fdi un messaggio chiaro: "Tutti i contorni di questa vicenda sono abbastanza inquietanti, compresa la tempistica che quasi sovrappone la nascita del governo all'inizio dello sciopero della fame da parte di Cospito. È possibile che io stia esagerando e spero sia così, ma comunque vada serve che tutti siano concentrati e seri. Dalle risposte al mio appello credo che l'opposizione preferisca continuare ad alimentare la polemica. Vedremo, ma comunque vada vi invito a non partecipare. Continuiamo a lavorare per cercare di dare risposte".

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