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Governo, la profezia di Renzi sulla maggioranza: la data della svolta

Christian Campigli
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Il 2024 sarà l'anno della svolta. Di solide conferme o di piccole rivoluzioni. Matteo Renzi, in numerose occasioni, ha indicato in quella data il momento giusto per lanciare la propria offensiva. Per allargare l'attuale maggioranza al centro? O per farla cadere e creare un nuovo esecutivo tecnico, magari guidato da Mario Draghi? Impossibile risolvere questo enigma il 3 febbraio 2023. In una fase politica così fluida, quello che appare come certo oggi, diventa lontano anni luce dalla realtà domani.

 

Ma perché proprio il 2024? Tra dodici mesi ci saranno le elezioni europee e quelle di molti comuni importanti, da Firenze a Bergamo, da Modena a Rovigo, passando per Prato e Pavia. Le alleanze di una volta, quelle che vedevano il Terzo Polo unirsi al Pd in ogni angolo dello Stivale, sono tutt'altro che scontate. E verranno determinate anche da chi sarà il futuro segretario dei dem e quale sarà la sua linea adottata nei confronti dei Cinque Stelle.

 

Se Stefano Bonaccini o Elly Schlein riproporranno lo schema del campo progressista, non è escluso che il nativo di Rignano possa guardare alla sua destra. Vi sono realtà, Firenze in primis, nelle quali un possibile accordo tra Terzo Polo e moderati potrebbe ribaltare un pronostico pressoché scontato da trent'anni a questa parte. Una piccola, grande rivoluzione. Le europee saranno molto importanti per i fragili rapporti interni alla maggioranza di centrodestra. Un risultato oltre il 30% di Fdi, accompagnato da una sostanziale conferma degli obiettivi raggiunti alle scorse politiche per Lega e Forza Italia (entrambe intorno al 7%), potrebbe portare nuovi scossoni a Palazzo Chigi.

 

Non è un mistero che il partito di Silvio Berlusconi stia vivendo una fase di grande discussione interna. E nemmeno che la leadership di Matteo Salvini sia meno salda rispetto a quattro anni fa. In un mare magnum di incertezze e di ipotesi, un punto saldo di questo periodo è l'assenza totale del Partito Democratico dagli scenari politici attuali. I tempi biblici degli ex Pci, le barocchesche liturgie del prossimo congresso e una classe dirigente non tra le migliori rischiano di mettere in un angolo, buio e nascosto, quello che, fino a pochi mesi fa, era considerato il più grande ed importante partito della sinistra italiana. 
 

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