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Silvio Berlusconi su anarchici e caso Cospito: l'Italia non si pieghi ai ricatti

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Silvio Berlusconi entra nel vivo del dibattito in corso in queste ore sul caso Cospito. Il presidente di Forza Italia non tentenna e ribadisce la necessità di fare argine e muro contro le minacce e i ricatti violenti dei terroristi che vogliono mettere alle corde lo stato di diritto. Allo stesso tempo, però, l'ex premier sottolinea l'importanza di garantire dignità umana ai carcerati. «Certamente lo scenario internazionale è molto complesso e molto preoccupante. Però sarei molto prudente nell’immaginare collegamenti fra vicende molto lontane fra loro - lo dice in un’intervista al Giornale Silvio Berlusconi, in merito al caso Cospito e agli attacchi a diverse sedi diplomatiche italiane all’estero - Su una cosa però voglio essere estremamente chiaro: l’Italia non deve piegarsi a nessun ricatto e a nessuna minaccia. Sulle regole dello stato di diritto non si tratta con nessuno. L’uso di metodi violenti o, addirittura, terroristici, qualunque sia la loro origine, non può portare ad altra risposta che alla massima fermezza. Bisogna operare - come del resto si sta facendo - senza nessuna trattativa e nessuna concessione fuori dalla legge».

«Privare un essere umano della libertà personale è una cosa molto grave ma in alcuni casi necessaria. Io sono un garantista, il che significa adottare il massimo delle attenzioni per salvaguardare un possibile innocente ma sono convinto che i veri colpevoli vadano puniti anche in maniera severa - sottolinea l’ex premier - La tutela della salute di ogni persona, anche se detenuta, è un principio sacro. La possibilità di controllare le condizioni di un carcere e quelle di salute di chi è recluso sono tra le prerogative dei parlamentari. Se il carcere diventa un luogo di tortura, di violenza, di promiscuità, allora non soltanto non serve a rieducare i detenuti ma sortisce l’effetto opposto: anche chi è stato punito per una colpa lieve in carcere rischia di diventare un vero criminale. Questo per non parlare di chi è in carcere in attesa di giudizio e spesso poi viene assolto perché è innocente».

 

 

 

Quanto alla riforma della giustizia, per Berlusconi è "uno degli assi portanti del patto di legislatura. Il ministro Nordio - che è stato lui stesso un importante magistrato - ha delineato un quadro organico di riforme che coincide assolutamente con la nostra visione della giustizia. La riforma che vogliamo può dispiacere a certa sinistra e a certi magistrati ma incontra il consenso anche di una parte dell’opposizione. È una riforma per la libertà dei cittadini, per lo stato di diritto, per un adeguato sistema di garanzia, per dare ordine ed efficienza al sistema giudiziario. Non contiene nulla contro la magistratura, anzi punta a valorizzare quella gran parte dei magistrati che lavora con serietà, con professionalità e con profondo senso di equità. Certo, dispiacerà a una piccola ma rumorosa minoranza, quella che diceva che «non esistono innocenti ma solo colpevoli non ancora scoperti», quella che vorrebbe potersi insinuare nella vita privata di ciascuno, come avveniva nella Germania Est e come avviene anche oggi nella Cina comunista, trattando ogni cittadino come un sospetto mafioso o terrorista. Forse così si potrebbe scoprire qualche reato in più ma il prezzo che dovrebbero pagare tanti innocenti, tante persone per bene, sarebbe dal tutto inaccettabile".

 

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