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Codice degli appalti, "rinvio di un anno"

Mario Benedetto
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 «In premessa esprimiamo apprezzamento per una scelta di fondo: far precedere l’articolazione degli istituti da un quadro di principi e restituire al Codice la funzione di strumento per acquisire, sul mercato, beni e prestazioni, superando eterogenesi dettate da finalità come il contrasto all’illegalità o ai fenomeni corruttivi, in sé pienamente condivisibili, ma che non possono trovare soluzione nelle norme sugli appalti».

Queste le dichiarazioni del direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, nel corso di un'audizione alla Camera sul disegno di legge del nuovo codice degli Appalti. «Nel merito, riteniamo anzitutto opportuno evidenziare che gli appalti di servizi e forniture assumono, in questo contesto, un rilievo estremamente significativo nell’economia nazionale» ha proseguito - «sia in ragione del loro valore economico, sia in considerazione del rilievo strategico per il funzionamento dell’amministrazione pubblica e della sua attività di prestazione anche a favore delle imprese».

Considerato che la riforma è finalizzata a restituire alle disposizioni codicistiche chiarezza di linguaggio, sottolinea Mariotti, «riteniamo necessario intervenire in questa sede perché i contratti pubblici riferiti ai servizi e alle forniture abbiano una propria specificità e un proprio riferimento nell’ordinamento e nei criteri di semplificazione.
In questa direzione, sarebbe utile iniziare almeno un lavoro di separazione applicativa tra settori totalmente diversi tra loro i cui riflessi normativi possono essere molto diversi e addirittura creare in alcuni casi dei veri e propri problemi applicativi».

Secondo la manager, sarebbe opportuna la possibilità di spostare in avanti l'entrata in vigore del Codice, prevista per il 31-03-2023, negoziata con le istituzioni europee per consentire a tutti gli operatori di acquisire conoscenza delle novità ed «evitare uno shock regolatorio, un'eccessiva discontinuità rispetto al Pnrr, nel momento peraltro di sua massima attuazione, che rischierebbe di rallentare, se non bloccare l'esecuzione delle opere».

Nell’occasione la direttrice dell’associazione degli industriali ha affermato che meriterebbe uno specifico approfondimento l’articolo 108, che introduce alcune modifiche rilevanti nella misura in cui possano aprire, nell’ottica del risparmio della spesa pubblica (come previsto nei principi cardini di questo nuovo Codice) una corsa al ribasso come elemento strutturale degli acquisti: «il venire meno del tetto massimo per l’attribuzione del punteggio economico entro il limite fissato del 30% rischia di aprire ad aggiudicazioni basate esclusivamente sulla componente del prezzo perché il dinamismo e la discrezionalità che la relazione tecnica all’articolo evidenzia, risulta applicabile in linea astratta ma nel concreto si andrà verso una notevole riduzione dell’elemento qualitativo» ha chiarito. Per quanto riguarda i servizi e le forniture, compresi i servizi di ingegneria ed architettura, Confindustria propone di «ridurre la soglia dei 140.000 euro portandola a 80.000 euro per una miglior della trasparenza degli affidamenti».

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