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Meloni inchioda il M5s sulle armi all'Ucraina: "Fermiamo la guerra dando il Reddito ai russi?"

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 Il Senato approva la risoluzione della maggioranza alle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul Consiglio europeo di oggi e domani, con 107 voti favorevoli, 29 contrari e 43 astenuti. Approvata anche la risoluzione presentata dal Partito democratico (con 49 sì, 29 no e 102 astenuti) e - solo per una parte - quella di Azione-Italia viva, che ha ottenuto 46 favorevoli, 29 contrari e 104 astenuti. Ma a tenere banco a Palazzo Madama è lo scontro in Aula tra il premier e il MoVimento 5 Stelle, contrario all'invio di aiuti militari a Kiev.

 

«L'invio delle armi - ricorda Meloni- è stato deciso dal precedente governo nel quale c'era il M5S. Contano i fatti più delle parole. Voglio ringraziare M5s per il sostegno dato all'Ucraina». «Tutti lavorano per la pace. Voi - dice il premier rivolgendosi ai pentastellati - forse avete delle soluzioni che io non ho. Non credo che sventolando una bandierina si può ottenere la pace. Domanda: l'Ucraina deve arrendersi per ottenere la pace?», osserva il presidente del Consiglio. «Se è così io non sono d'accordo», aggiunge. Poi l'affondo: «Potete dirci come si possono convincere i russi a ritirare le truppe? Possiamo proporre un reddito di cittadinanza? Oppure ritenete che si debba riconoscere la giurisdizione russa sui territori? La questione è seria, bisogna scendere nel concreto».

«L'unica possibilità che abbiamo per una possibilità di rinegoziazione è che ci sia un equilibrio delle forze in campo», conclude Meloni, «io difendo il diritto di una nazione sovrana a difendere la libertà. Noi vogliamo difendere il diritto internazionale oppure no?».

Parola che scatenano le proteste grilline. «Chiediamo una informativa urgente della presidente del Consiglio, venga qui in Aula a spiegare le parole gravissime che ha detto al Senato. Deve rendere conto delle parole indegne che ha pronunciato: il ruolo di premier è un ruolo istituzionale e ci sembra che la presidente non sia ancora entrata nei panni. Ci aspettiamo una particolare sensibilità da parte del presidente del Consiglio su temi delicati» che riguardano «chi è in difficoltà», dice, intervenendo in Aula di Montecitorio durante l'esame degli ordini del giorno presentati sul dl Nato, la vicepresidente vicaria del gruppo M5s, Vittoria Baldino, commentando quanto detto da Giorgia Meloni in Senato. A Baldino replica il leghista Edoardo Ziello: «Questa è un'Aula, no a comizi politici, per questo ci sono le piazze».

 

Ma il M5S non ci sta. «Alla presidente del Consiglio ricordiamo che il M5S ha votato un solo decreto per l'invio delle armi di difesa in Ucraina per consentire al popolo aggredito di esercitare il suo legittimo diritto all'autodifesa sancito dall'articolo 51 della carta delle Nazioni Unite, all'inizio di questo conflitto. Adesso siamo in un momento storico totalmente diverso in cui bisogna lavorare incessantemente per la pace!», scrive su Facebook la vicepresidente del Senato, parlamentare M5s, Mariolina Castellone. «Se però Meloni chiede in aula a noi, unica vera forza di opposizione al suo governo, quale strategia mettere in campo per raggiungere la pace allora due sono le cose: o pensa che la sua maggioranza non sia in grado di trovare una strada per avviare soluzioni diplomatiche convincenti oppure non ha alcuna intenzione di adoperarsi in quella direzione. Non credo sia degno di un presidente del Consiglio dire in un'aula parlamentare "i russi ritireranno le truppe se gli diamo il reddito di cittadinanza?". Sono parole di spregio verso la sofferenza di una fascia debole di cittadini e sono parole che ridicolizzano perfino una tragedia come la guerra. Il Parlamento è il luogo dove si prendono decisioni sul futuro e sulle sorti del popolo italiano, non un teatro di cabaret in cui ci si esibisce in spettacoli magari esilaranti per una parte di parlamentari ma imbarazzanti e inopportuni per la gran parte di Paese. L'Italia merita di meglio. Veramente», conclude. 

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