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Meloni alza la voce e difende la manovra: “Nessuna retromarcia su pos e contante”

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Non è una manovra che vuole rubare ai poveri per dare ai ricchi. Giorgia Meloni si inalbera per le critiche sulla legge di bilancio e soprattutto non vuole che venga trasmessa l’idea di una retromarcia sui punti fermi voluti dal suo governo, che non si piegherà alle critiche arrivate da più parti. A rivelare il discorso del premier nella riunione con i capigruppo di maggioranza è il Corriere della Sera: “Per rispondere alle critiche strumentali e non fondate che ci sono state rivolte dobbiamo avere una linea condivisa. Abbiamo fatto scelte politiche precise, certo non per fare cassa sui meno abbienti. Su contanti e Pos dicono che sto facendo retromarcia, ma è falso”.

 

 

“Ho ascoltato tutti ma resto convinta che la filosofia sia quella giusta, io i capisaldi della manovra non li cambio. Di più non si poteva fare, ma questa manovra segna l’inizio della realizzazione del nostro programma di governo” il resto del discorso della leader di Fratelli d’Italia. In particolare non ci saranno revisioni sulle modifiche a reddito di cittadinanza e superbonus, confermando anche il tetto al contante a cinquemila euro. “L’anno in cui in Italia c’è stata meno evasione è stato quando la soglia del contante era fissata a cinquemila. Pos? La moneta unica europea è quella cartacea e non quella elettronica, o sbaglio?” gli appunti di Meloni su due nodi e sulle critiche giunte da Bankitalia.

 

 

Discorso diverso per i pagamenti con il pos e la soglia dei 60 euro: si potrebbe arrivare ad un cambiamento, soprattutto perché c’è un impatto del Pnrr con tale riforma. “Bisogna trovare una soluzione equa, perché non siano penalizzati i commercianti” il messaggio - riferito dal quotidiano - filtrato dalla numero uno di Palazzo Chigi, che vuole comunque mantenere il principio dietro la modifica sulle sanzioni per i pagamenti con carte e bancomat.

 

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