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Guerra Pd-Italia viva, così crolla il fortino rosso della Toscana

Christian Campigli
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Una tensione che non accenna a diminuire. L'ultimo fortino rosso che rischia di cadere. Uno scenario locale che potrebbe, ben presto, spostarsi anche sul piano nazionale. Lo scontro tra il Partito Democratico e Italia Viva in Toscana non accenna a diminuire. Anzi. Secondo i rumors di palazzo, venerdì prossimo ci sarà l'ennesimo tavolo tra i due partiti che appoggiano il governatore Eugenio Giani.

Al centro della nuova contesa, il nome da scegliere come Difensore Civico. Il Terzo Polo (che ha più volte sottolineato come vi sia una sproporzione enorme nella selezione dei nominati a favore di esponenti vicini ai Dem) ha indicato in Titta Meucci la figura giusta per un ruolo così importante. Il Pd si sarebbe nuovamente spaccato, tra chi vuole appoggiare l'avvocato fiorentino e porre fine a questo snervante tira e molla e chi, al contrario, vuole andare avanti nello scontro con i renziani.

 

“Oggi in Prima Commissione la variazione bilancio è passata, un atto importante – ha evidenziato il capogruppo di IV al Palazzo del Pegaso, Stefano Scaramelli - Ancora una volta il nostro voto e la nostra presenza è stata leale e determinante. Mi auguro che quanto prima venga fatta la verifica della maggioranza al fine di proseguire insieme e prendere nuovi impegni futuri nel rispetto di una nuova collaborazione e di un nuovo rispetto reciproco. Il tutto non è più rinviabile”.

 

Sul tema sono intervenuti anche gli esponenti dell'opposizione. “Spiegate a Giani la differenza tra una democrazia e una monarchia assoluta in cui lui è il Re Sole – hanno sottolineato Francesco Torselli (Fdi), Marco Stella (Fi), Marco Casucci (Lega) ed Elisa Tozzi (gruppo misto) -. Nella scorsa settimana, per tre volte, il voto in Prima Commissione sull'ultima variazione di Bilancio è stata rimandato, a causa dell'assenza di esponenti della maggioranza. Una maggioranza che sta in piedi soltanto con l'obiettivo di spartirsi le poltrone. Non vogliamo più sottostare a questo giochino dei ricatti. Il Consiglio Regionale non è né un passacarte né un poltronificio. Se Giani non ha più una maggioranza, prenda le dovute decisioni”. 

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