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Manovra, le misure su pensioni, stipendi e reddito di cittadinanza. "Più tasse sulle vincite al gioco"

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Ultimi ritocchi alla manovra economica in vista dell’approvazione attesa per domani, lunedì 21 novembre, in Consiglio dei ministri. Il documento dovrebbe aggirarsi attorno ai 32 miliardi di euro e sarà incentrato sul contrasto al caro energia. Un testo, dunque, chiamato a fare fronte alla congiuntura economica internazionale, influenzata dal conflitto in Ucraina che si protrae da 9 mesi con il conseguente aumento di bollette e carburanti e la corsa dell’inflazione.

 

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ed i tecnici del Mef sono al lavoro per limare gli ultimi provvedimenti, con il testo finale che potrebbe subire variazioni fino all’ultimo. Ma l’impianto centrale del documento di programmazione di bilancio appare ormai definito: due terzi delle risorse andranno alla mitigazione del caro energia, con il rinnovo dei provvedimenti già in essere e il varo di alcune misure in favore dei redditi più bassi. È atteso inoltre un intervento sul taglio del cuneo fiscale, sarebbero in corso valutazioni se applicarlo al 2% come previsto dal precedente governo o salire al 3% soprattutto per i meno abbienti. Possibile anche l’estensione della flat tax al 15%, con una alcune forze di maggioranza che chiedono l’ampliamento fino a 85mila euro per lavoratori autonomi e partite Iva. Così come un provvedimento ponte sulle pensioni, con l’eventuale introduzione di quota 103, con la possibilità di smettere di lavorare con 41 anni di versamenti e 62 di età, in attesa di una riforma complessiva del settore previdenziale. Il conto della previdenza preoccupa, nelle stime dell’incremento indicizzato con l’inflazione tocca quota 50 miliardi nel periodo 2022-2025. Sembra perdere quota, invece, la possibile riduzione o l’azzeramento dell’Iva su pane, latte e articoli per l’infanzia, su cui alcune associazioni di impresa e dei consumatori hanno espresso perplessità calcolando un impatto limitato nel contrastare l’inflazione.

 

La parola d’ordine a Palazzo Chigi e al Mef è prudenza per mantenere in equilibrio i conti pubblici. Ogni misura contenuta nel Dpb dovrà trovare adeguata copertura finanziaria all’interno del suo stesso settore di applicazione. Ovvero di evitare il rischio recessione stimolando la produzione industriale e la capacità di spesa delle famiglie. Per trovare le coperture necessarie il governo starebbe vagliando la revisione del reddito di cittadinanza, con una ipotesi di restrizione tra 6 mesi della platea dei percettori a chi non può lavorare, tagliando invece il sussidio a chi rifiuta anche una sola offerta di lavoro. Una variazione che porterebbe a recuperare oltre 1 miliardo di euro. Allo studio anche la possibile revisione della tassazione sugli extraprofitti, oggi applicata al 25%, che potrebbe passare ad almeno il 33% recependo le norme Ue in materia. Ma sul provvedimento si starebbe ancora lavorando.

 

Tra i provvedimenti in discussione ci sarebbe anche la cosiddetta ’green tax’, di cui si parla già da alcune settimane, sulle consegne a domicilio - un settore che movimenta circa 60 miliardi di euro l’anno in Italia - per favorire il rinnovo del parco vetture dei corrieri nel segno della sostenibilità ed aiutare il commercio di prossimità. Potrebbe rientrare nel testo anche la riattivazione della società Ponte sullo Stretto - partecipata da Anas, Rfi e Regioni Calabria e Sicilia - in liquidazione dal 2013, visto il rinnovato interesse dell’esecutivo per l’infrastruttura.

«C’è assolutamente accordo su tutta la manovra», dice il vicepremier Matteo Salvini. Il ministro delle Infrastrutture specifica: «Stiamo lavorando anche su altri dettagli, se riuscissimo ad azzerare l’Iva sui beni di prima necessità e su quelli dell’infanzia sarebbe un bel segnale». Poi ammette: «Più di così in queste situazioni è difficile fare, partendo da almeno 20 miliardi delle bollette di luce e gas». Mentre il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, parla di una manovra che «va nella direzione del mondo del lavoro senza penalizzare nessuna categoria». Quindi sottolinea: «Avremmo voluto fare di più subito ma dobbiamo essere realisti. È una legge di bilancio con una possibilità concreta di spesa che si aggira sui 21-22 miliardi. Tutto il resto va fatto a compensazione».

 

Secondo alcune indiscrezioni, nella manovra potrebbero trovare spazio alcune misure come l'aumento delle tasse sul gioco, ossia sulle vincite al Lotto, Superenalotto e tramite Gratta e Vinci. I premi oggi sono tassati al 20% per gli importi che eccedono i 500 euro. La proposta allo studio sarebbe di aumentare l’aliquota (oltre i 500 euro) portandola tra il 23% e il 25%. Tra le ipotesi anche un aumento delle accise sulle sigarette ma anche sulla cannabis legale. 

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