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Cortei degli studenti, manifestazioni flop contro il governo Meloni

Valentina Conti
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Circa mille partecipanti nella Capitale, secondo quanto appreso da fonti della questura (intorno ai duemila, a detta degli studenti in piazza). Un migliaio anche a Milano, come a Bari e in Veneto. A Palermo il fronte del malcontento diviso: da un lato il corteo del Coordinamento Studenti Palermitani, dall'altro il sit-in di Azione studentesca.

Dopo giorni di occupazioni nelle scuole e tanto parlare, si è rivelata un flop la protesta studentesca contro il governo Meloni e la nuova stagione del Merito. «Rimostranze in 30 piazze italiane, per 100mila presenze», hanno rivendicato i manifestanti. Nei fatti, l'azione di mobilitazione organizzata da Rete degli Studenti, Unione degli Universitari, altre sigle e collettivi locali, al netto della guerra dei numeri, non ha avuto l'adesione che si attendeva.

A Roma, in testa al corteo lo striscione rosso della Rete degli Studenti Medi «Ma quale Merito».  Gli studenti sono partiti dal Circo Massimo, sotto la pioggia, per arrivare a Viale Trastevere. Tutt' intorno il caos, con strade chiuse, deviazioni di mezzi pubblici e conseguenti intasamenti e rallentamenti del traffico da via Portuense a Lungotevere Testaccio fino a poco prima dell'ora di pranzo. «Nessuno ci rappresenta», «Siamo la piazza dei discriminati», hanno urlato la propria rabbia i ragazzi. Dagli slogan come «La scuola pubblica non si tocca!» ai cori contro «questo governo fascista». Strali pure contro il centrosinistra. «Il Pd cerca di strumentalizzarci per becere questioni di consenso», le parole di alcuni dissidenti. A Largo Riberti, il gruppo dei ricercatori universitari precari Re Strike si è staccato dal corteo per un blitz al Ministero dell'Università e della Ricerca: in una ventina hanno occupato simbolicamente la segreteria al grido «No alle riforme a costo zero». «Siamo qui - ha spiegato Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti per ribadire che ora decidiamo noi, sul nostro futuro e sul nostro presente. Vogliamo risposte concrete dalla politica sul diritto allo studio, che va garantito a tutti. L'Alternanza scuola-lavoro va abolita immediatamente per fermare le morti degli studenti in fabbrica».

A Milano, cori di insulti diretti alla premier Giorgia Meloni e ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio la Russa. È stato imbrattato di vernice nera il negozio Enel di via Broletto. Lancio di uova a Torino. Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara si è detto «sempre disponibile al dialogo» nelle sedi competenti. «È sempre positivo che gli studenti esprimano le proprie idee e avanzino le proprie proposte, è uno degli elementi fondamentali delle società libere», ha aggiunto. 

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