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Giorgia Meloni, governo "inattaccabile". I nuovi equilibri con Salvini e Berlusconi

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Un governo "Inattaccabile", nato non senza qualche fibrillazione. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata intervistata da Bruno Vespa nel libro in uscita "La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Melonì". "Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo anche se ho preso in considerazione l’ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili" spiega la premer parlando della vittoria alle elezioni e alle trattative che hanno portato alla nascita dell'esecutivo di centrodestra: "Nonostante io fossi andata incontro a tutti senza sfogliare il manuale Cencelli, perchè i numeri avrebbero detto altro. Ma a me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita".

 

Anche parlando con Vespa, Meloni parla di Nazione, non di Paese. "Perché Paese è un luogo fisico, chiuso e delimitato, mentre la Nazione è un luogo dell'anima che tiene insieme cultura, identità, condivisione". Schietti i giudizi sugli alleati. Con Matteo Salvini "si è stabilito un rapporto nuovo e diverso, ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni. Franchezza reciproca senza polemiche. Il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto". E a proposito di Silvio Berlusconi, riconosce: "Con lui c'è stata qualche incomprensione in più, figlia del passaggio di testimone".

 

Il primo leader internazionale incontrato nella sua nuova veste da Meloni è stato il presidente francese Emmanuel Macron. "Abbiamo conversato per un’ora a quattr’occhi sulla terrazza dell’hotel Meliá. Siamo persone che amano entrambe la franchezza e abbiamo parlato di tutto con la massima chiarezza, delle cose che ci uniscono e di quelle che ci dividono".

 

"Ho illustrato la nostra decisione di difendere il marchio made in Italy - dice a Vespa Giorgia Meloni - Ho contestato l’atteggiamento predatorio che la Francia ha manifestato in qualche occasione, ho trovato una perfetta comunità d’intenti nella difesa della sovranità alimentare alla quale anche la Francia tiene molto. Abbiamo parlato di Libia, immigrazione, infrastrutture. Gli ho detto: caro Emmanuel, tu difendi gli interessi francesi, io quelli italiani. Su certe cose andremo d’accordo, su altre litigheremo. Ma la lealtà e la franchezza potranno portare soltanto vantaggi ai nostri rapporti. L’ho trovato assolutamente d’accordo su questa linea". 

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