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Coffee break, Rampelli smonta la tesi di Pasquino: perché non siamo partiti dalle bollette

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Nel corso di Coffee Break, il programma di La7, il politologo Gianfranco Pasquino critica le prime mosse del governo di Giorgia Meloni ma trova la ferma opposizione di Fabio Rampelli. Nel corso della puntata di martedì 1 va in scena il botta e risposta tra i due. Pasquino attacca sia sul merito (perché norme contro i rave party e niente contro la curve politicizzate?) sia sul metodo: "Non bisogna cominciare subito con i decreti che schiacciano il Parlamento, non lo valorizzano" afferma il politologo con riferimento al decreto unico per Covid, giustizia e sicurezza varato lunedì 31 ottobre dal governo. 

 

"La maggioranza c'è ed esiste, lo dimostri approvando disegni di legge anziché decreti che impediscono la discussione", continua Pasquino che sul concetto di emergenza argomenta: "Ma la priorità non erano le bollette e la difesa del carrello della spesa? Perché cominciano con questi temi e non con le cose che interessano alla gente" che dovrà "stingere la cinghia e difendersi dal freddo coprendosi?".

 

La parola poco dopo passa al vicepresidente della Camera dei deputati Rampelli. Tutti i governi nel primo Consiglio dei ministri iniziano con un decreto, "è sempre accaduto e non c'è niente di anomalo", spiega l'esponente di Fratelli d'Italia. Le emergenze, inoltre, sono sotto gli occhi di tutti. "Una di ordine pubblico, per il rave party di Modena. E l'emergenza sanitaria" perché lo stato della pandemia è mutato e gli ospedali rischiavano di restare senza personale se non fossero stati reintegrati i medici e gli operatori sospesi per non essersi vaccinati. "Gli interventi sul carrello della spesa e sull'emergenza energetica ed economica sono questioni più complesse, che attengono anche alla condivisione con i partner europei e alla situazione geopolitica" e il governo e la premier si stanno adoperando per "agire tempestivamente" afferma Rampelli. 

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