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Il M5S sorpassa il Pd nei sondaggi. Continua il crollo dem: opposizione a pezzi

Gaetano Mineo
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I sondaggi continuano a penalizzare il Partito democratico collocandolo dal secondo al terzo posto, subendo il conseguente sorpasso del MoVimento Cinque stelle. Come dire, altro boccone amaro per Enrico Letta a poco più di un mese dalla batosta elettorale Un segretario Dem alle prese con il congresso che condurrà al suo successore, ma soprattutto immobilizzato dalle varie correnti di partito pronte alle guerre fratricida per accaparrarsi le chiavi del Nazareno. Secondo un sondaggio realizzato da Euromedia Research per Porta a Porta, Fratelli d'Italia continua la sua crescita. Il partito guidato da Giorgia Meloni, con il 28,4 % (+2.2% rispetto al risultato elettorale del 25 settembre) si conferma primo partito. Il M5s, con il 17,3% si posiziona al secondo posto (+1.1%), superando, come detto, il Pd che scende alla terza posizione con il 17% (-2%). Cresce la Lega, quarta, al 9,5% (+ 1,2%) mentre Azione-Italia Viva, si ritrovano nella quinta posizione con l'8.3% (+0,4%). Poi Forza Italia che scende al 6,7% (-1,4%).

 

 

Il sondaggio dà un valore complessivo anche agli schieramenti: il centrodestra (FdI-Lefga-Fi-Noi Moderati) raggiungerebbe il 45,4%, mentre il centrosinistra (Pd-Verdi e Si-+Europa-Impegno Civico) si fermerebbe al 23,4%. Ma per Letta, al momento, la vera missione è far marciare insieme congresso costituente e azione di opposizione al governo Meloni. E così, ieri, il segretario Dem ha riunito la segreteria del partito per capire sia il percorso da portare avanti in Parlamento, sia quale sarà il timing per arrivare all'elezione del nuovo segretario. Poco più di tre ore di confronto, al Nazareno, per Letta e gli altri componenti della sua segreteria, "allargata" alle capogruppo di Camera e Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Secondo i bene informati, per la maggior parte del tempo si sarebbe parlato di come organizzare l'opposizione al governo Meloni, mentre poco tempo sarebbe stato dedicato al congresso. Anche perché, per oggi, è convocata la Direzione, la seconda dalla sconfitta alle elezioni. «Il Pd non deve perdere tempo ad inseguire chi evidentemente non vuole fare gioco di squadra ed essere invece molto forte nel lavoro in Parlamento, a partire dalla legge di bilancio e nell'individuazione delle battaglie nel paese», è la linea che detta Letta.

 

 

Mentre, Andrea Orlando, punta il dito contro le varie candidature a capo del partito. «Quando ho deciso di candidarmi non ho detto che mi candidavo, l'ho fatto - chiosa l'esponente della corrente di sinistra del Pd-. Vedo nella discussione persone che alludono a candidarsi, smettessero di esibire la loro biografia e dicano cosa vogliono fare sull'agenda». Sui tempi del congresso non emerge nulla di nuovo anche perché, in pratica, sono dettati dallo statuto. Potrebbe realizzarsi a marzo, comunque prima della fine dell'inverno. Una data buona per le primarie, quindi, potrebbe essere quella del 19 marzo. «La Direzione definirà i tempi e le modalità del congresso costituente - ha detto il coordinatore Pd, Marco Meloni -. È un percorso impegnativo che dobbiamo fare velocemente. Sarà un lavoro che faremo insieme al lavoro di opposizione». Sì, «velocemente». Infatti, la vera questione è come sarà il Pd a marzo? Perché al di la dei sondaggi, un partito che va avanti per sei mesi, in questo particolare momento, con un segretario dimissionario, quindi senza una visione progettuale, di fatto non ha le giuste condizioni per rilanciarsi, con l'aggravante di una concorrenza (M5S) che viaggia spedita e che rischia di risucchiarselo. Staremo a vedere.

 

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