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Ruby Ter, le "olgettine" ricattavano Berlusconi. Quella coincidenza con la frase di Meloni

Le dichiarazioni della difesa del Cavaliere al processo di Milano: "Le ragazze si approfittavano della situazione per ottenere soldi"

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A volte la coincidenza gioca brutti scherzi. Dopo giorni in cui ci si è interrogati sul reale significato di quel "io non sono ricattabile" proferito da Giorgia Meloni nei confronti di Silvio Berlusconi, la parola "ricatto" torna nelle cronache in una notizia riguardante il leader di Forza Italia.

Si tratta del processo Ruby Ter in corso a Milano, che ieri ha visto esprimersi il legale del Cavaliere. Alcune delle ragazze che hanno partecipato alle serate di Arcore, quelle che per la stampa sono diventate le "olgettine" avrebbero fatto pressione su Silvio Berlusconi per ottenere soldi e in questo senso l’ex premier può essere ritenuto vittima di un tentativo di estorsione.

Lo sostiene il difensore del leader di Forza Italia ripercorrendo i messaggi di una chat tra alcune delle imputate - Polanco, Guerra, le gemelle De Vivo solo per fare alcuni nomi - in cui emerge la volontà di «andare ad Arcore per fare pressione e ottenere benefici».

Per il difensore, in quegli screenshot, «è emersa la volontà di ricattarlo, lo dice un ufficiale di polizia giudiziaria». In questo senso, per la difesa non c’è nessuna violazione di un accordo corruttivo e Silvio Berlusconi «può essere individuato come parte offesa di un altro reato che non si è voluto perseguire».

In questo senso cita la posizione di Giovanna Rigato, imputata a Monza con l’accusa di tentata estorsione. Se la tesi difensiva è sempre stata quella di «un ristoro economico a chi aveva avuto pubblicità negativa» quindi di una causale alternativa lecita, per l’avvocato «ci possano essere state delle divagazioni dalla situazioni originaria e al più vi è sicuramente stata una del tutto non condivisibile rilevante forma di approfittamento da parte di alcune imputate».

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