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Via alla 19ª legislatura: di Fratelli d'Italia le prime registrazioni. Emozione per i debuttanti

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Per gli appassionati delle statistiche è di Fratelli d’Italia il primo senatore ad accreditarsi a palazzo Madama per la nuova legislatura, la diciannovesima. Nicola Calandrini pochi minuti dopo le 9, orario di apertura degli uffici, già aveva sbrigato tutte le formalità (foto, documenti, varie firme sui moduli) in sala Caduti di Nassirya e ritirato il kit per i nei eletti: regolamento del Senato, Costituzione, Trattati internazionali. «Io il primo? Di buon auspicio per la legislatura. L’emozione c’è... Come per il primo giorno di scuola», ha spiegato Calandrini seguito a un’incollatura da Luca Di Carlo, sempre di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni l’ha fatta da padrone nella prima giornata di registrazione dei senatori. A spiccare sono state l’eleganza e l’emozione di tutti i neo parlamentari, con i debuttanti a farla da padrone. Per vedere i big di palazzo Madama scattare la foto per il nuovo ‘facciario’ e ritirare il tesserino per votare e andare al ristorante bisognerà invece aspettare un po’: Silvio Berlusconi è atteso tra mercoledì sera e giovedì mattina, Matteo Renzi ha dato appuntamento ai suoi direttamente giovedì, Carlo Calenda dovrebbe fare un salto in Senato domani, martedì. 

 

 

Dei circa 50 senatori su 200 ‘depennati’ dalla lista nelle mani degli assistenti parlamentari a metà giornata la gran parte erano di FdI. Un po’ per una questione matematica, essendo i più votati. Poi perché in mattinata la Meloni li ha riuniti a Montecitorio e molti hanno approfittato per registrarsi subito. «Siamo il primo partito, per noi c’è anche una responsabilità in più», dice sempre Caladrini. Per tutti un punto di riferimento è stato il capogruppo uscente Luca Ciriani, non a caso anche lui tra i primi ad accreditarsi. «Luca, andiamo di qua ora?», chiedono i più spaesati all’esperto collega che ha aiutato tutti a orientarsi. 

 

 

Tra i veterani c’è anche chi ha appena traslocato dalla Camera come Alessio Butti (FdI) e Walter Verini (Pd). Non manca un ex ministro come Giulio Terzi di Sant’Agata. E c’è anche chi, confermato, si appresta a interpretare un ruolo nuovo a palazzo Madama dopo 5 anni: «Ci prepariamo a una legislatura in cui saremo opposizione responsabile ma intransigente», promette Mariolina Castellone, capogruppo uscente del M5S e ormai ex maggioranza. Ma gli occhi sono tutti per gli esordienti. Elegante e composto, quasi sull’attenti, Raffaele De Rosa (M5s) confessa: «Nella vita sono militare, capitano. Un gran bel salto...». Quasi tremano le gambe a Guido Castelli, assessore nelle Marche sempre in quota FdI: «Servire le istituzioni è un’emozione incredibile. Diventare senatore è il sogno nel cassetto di chi ha cominciato a fare politica a 20 anni», rivela. A rappresentare gli amministratori locali c’è anche Costanzo Della Porta, sindaco del piccolo comune molisano di San Giacomo degli Schiavoni, pure lui meloniano: «Adesso si studia, perché di studiare non si finisce mai». 

 

 

Poco prima di pranzo arriva anche un giovane, Michele Fina, del Pd: «Diventare senatore a 44 anni, non l’avrei mai immaginato! Anche se per chi, come me, ha la passione politica in pratica sin da bambino le istituzioni restano l’obiettivo più alto», dice. Fina, segretario regionale dem in Abruzzo, ha più di un motivo per essere orgoglioso del suo primo giorno a palazzo Madama: «Mi hanno appena comunicato che nella prima seduta, presieduta da Liliana Segre in quando senatrice più anziana, saremo in 6 scelti tra i senatori più giovani ad accompagnarla». Attesissimo, tra i commessi curiosi e tifosi, arriva anche Claudio Lotito, che un seggio lo aveva già nella scorsa legislatura ma non gli è mai stato assegnato per un contestazione: «Sento il peso di una grande responsabilità ma sono pronto a farmene carico, forte anche della mia formazione umanistica e cattolica», dice con solennità. Poi arriva Ignazio La Russa e lo saluta: «Per te è la seconda legislatura!». Una sorta di primo giorno di scuola

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