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Mancano autisti, Autolinee Toscane chiede immigrati alla Caritas. Insorge Fratelli d'Italia

Italiani scartati ai colloqui, si preferiscono i profughi che non riifiutano le paghe da fame

Christian Campigli
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Una notizia che assomiglia a una burla. Una provocazione, quasi si fosse ripiombati al 30 ottobre del 1938, quando Orson Welles annunciò in radio all'America lo sbarco degli alieni sulla terra. Ma se in quella occasione il celebre giornalista stava semplicemente leggendo un passo dello sceneggiato ispirato al romanzo di fantascienza “La Guerra dei Mondi”, di Herbert George Wells, stavolta è tutto, incredibilmente vero.

Autolinee Toscane, l'azienda di trasporto su gomma locale, ha difficoltà nel reperire autisti. E così ha deciso che i centri per l'impiego, i disoccupati o le migliaia di curriculum giunti in azienda sono pratiche antiquate da seguire. Superate. Il futuro che avanza sono i profughi dei centri della Caritas. Una decisione che ha sollevato, come era facile da prevedere, un vespaio di polemiche.

“Per fare fronte alla continua carenza di personale, tante volte denunciata dai sindacati come frutto di stipendi da fame e di condizioni di lavoro folli – ha affermato il capogruppo di Fratelli d'Italia in regione, Francesco Torselli - anziché pensare a come aumentare lo stipendio dei suoi autisti, sta cercando una soluzione a dir poco scandalosa. Da cittadini toscani ce ne vergogniamo. La grande azienda che doveva risolvere tutti i problemi dei trasporti, tanto cara alla sinistra, sta mandando in tilt il sistema. Gli stipendi degli autisti sono troppo bassi a fronte della mole e della pericolosità del lavoro”.

Molto severo nel giudizio anche Alessandro Draghi, capogruppo a Palazzo Vecchio per il partito guidato da Giorgia Meloni. “Stamani mi ha contattato una persona, che incontrerò nei prossimi giorni, forse già oggi pomeriggio. Avrebbe svolto un colloquio di lavoro con Autolinee Toscana e sarebbe stato bocciato, nonostante avesse patenti e riconoscimenti, perché indossa gli occhiali. Per un lieve difetto alla vista. Se il suo racconto corrispondesse alla verità, tutta la politica dovrebbe porsi delle domande. Possibile che, tra un fiorentino che, con gli occhiali, arriva serenamente a dieci decimi e un profugo che non conosce la nostra lingua, le nostre leggi, le nostre strade si debba preferire l'immigrato tanto caro alla sinistra?”.

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