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Caro energia, Giorgia Meloni detta le priorità: "Basta soldi agli speculatori"

Daniele Di Mario
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Giornata interlocutoria nel centrodestra, dopo gli incontri tra i leader avvenuti in settimana. Giorgia Meloni si rituffa sui dossier più urgenti (caro-bollette, approvvigionamento energetico, manovra economica, tasse e fisco, cartelle esattoriali, Pnrr, politica estera) e non nasconde come qualsiasi intervento del governo sui costi dell'energia sia insufficiente se non si blocca la speculazione sul prezzo del gas. Ragion per cui il tetto al prezzo resta fondamentale. Anzi, ineludibile.

«La priorità - scrive il presidente di Fratelli d'Italia su Twitter- è fermare la speculazione sul gas. Continuare all'infinito a compensare il costo delle bollette regalando soldi a chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese, sarebbe un errore».

Sul fronte della formazione del nuovo governo, se da un lato il totoministri impazza, dall'altro lato dai partiti non trapelano nomi. Anzi. Il mantra è sempre lo stesso: sarà un esecutivo di alto livello, in grado di affrontare le tante emergenze che gravano sul Paese. Il merito e la competenza prima dell'appartenenza politica. La parola d'ordine resta sempre la stessa: responsabilità.

«Proprio per le cose che ha detto Giorgia Meloni i ruoli di ognuno di noi sono marginali: abbiamo un'occasione storica, il lavoro serio e riservato della leader di FdI denota rispetto per la situazione del paese e una marginalità dei ruoli dei singoli. Siamo una squadra intorno a Giorgia, il ruolo di ognuno è poca cosa rispetto al programma che abbiamo davanti», dice a SkyTg24 Raffaele Fitto, esponente di FdI e copresidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei a Strasburgo. La Lega, dal canto suo, fa sapere in una nota che «Matteo Salvini è impegnato affinché» il Carroccio «dia all'Italia la squadra di governo migliore possibile: martedì è in agenda un altro Consiglio Federale per condividere e poi scegliere i nomi più adatti. C'è grande ottimismo: la Lega non vede l'ora che questo governo cominci a lavorare».

Ma anche Maurizio Lupi, capo politico di Noi Moderati, quarta gamba del centrodestra, invita a trovare prima la soluzione ai problemi del Paese e poi i nomi dei ministri: «L'atteggiamento di Giorgia Meloni, che ha deciso di non affrontare subito il tema dei nomi e delle caselle ministeriali da riempire, pensando invece alle cose pratiche, è da apprezzare. Gli italiani, con il loro voto, ci hanno chiesto di pensare ai temi sul tavolo, di mettere lo Stato al servizio di famiglie e imprese».

Da Forza Italia, Antonio Tajani ribadisce la linea di Silvio Berlusconi, contrario ai ministri tecnici. «Siamo per un governo politico, poi se c'è qualche personaggio che ha raccolto un'esperienza tale da essere al governo senza essere parlamentare può accadere, ma devono essere dei casi non la regola», spiega il vicepresidente e coordinatore nazionale di FI a SkyTg24. I tecnici poi, se ci saranno, dovrebbero avere «un coinvolgimento politico, non partitico, condividendo le scelte del governo».

Tajani respinge lo schema di definire quali ministeri possa essere occupati da tecnici: «È una questione di qualità delle persone, non è una questione legata ai ministeri. È prematuro fare i nomi dei ministri, ognuno farà ciò che verrà deciso, ora sono importanti i contenuti, i criteri e i profili necessari». Tajani poi nega di aver mai avuto frizioni con Meloni e Salvini e delinea il futuro esecutivo: «Un governo che abbia donne e uomini con le spalle larghe, competenti, pronti ad affrontare le sfide difficili che abbiamo difronte a noi, dal caro bollette alla guerra. È un momento complicato e serve un governo solido e che sia in grado di garantire stabilità per il Paese per 5 anni, ce lo chiedono gli italiani e ce lo chiedono gli alleati in Ue e gli Usa. I leader, Meloni, Berlusconi e Salvini, stanno lavorando alacremente su questo».

Quanto alla richiesta di un peso uguale a quello della lega nella prossima compagine di ministri, Tajani ha ricordato: «Berlusconi lo ha detto sabato: pari dignità significa avere un peso specifico pari a quello della Lega dentro un governo in cui siamo determinanti, abbiamo avuto gli stessi voti». 

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