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Elezioni 2022, politici a caccia dei giovani

Christian Campigli
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L'Italia non è un paese per giovani. Un assunto che, i numerosi governi susseguitisi nella Seconda Repubblica, hanno in più occasioni confermato. Ma si sa, in campagna elettorale ogni voto pesa oro. E quindi anche quei movimenti, sinistra in primis, poco attenti agli under 30, oggi avanzano proposte per migliorare l'accesso al credito per la prima casa, sgravi fiscali per chi assume e valorizzazione, sostegno e promozione dello sport e delle strutture per poterlo praticare in sicurezza. Il centro destra, nel suo programma sottoscritto dai Tre Tenori, al punto quattordici elenca le necessarie riforme per scuola, università e ricerca. Per i conservatori è prioritario «rivedere in senso meritocratico e professionalizzante il percorso scolastico». Un obiettivo ambizioso che passa dal «piano per l'eliminazione del precariato del personale docente e investimento nella formazione e aggiornamento dei docenti». Quando si parla di scuola, è impossibile non tenere conto delle obsolete strutture nelle quali i nostri figli sono costretti a studiare. Per questo Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia vogliono un «ammodernamento, messa in sicurezza, nuove realizzazioni di edilizia scolastica e residenze universitarie». Licei, università, ma anche percorsi alternativi, da portare avanti attraverso la «valorizzazione e promozione delle scuole tecniche professionali volte all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro» e «dall'allineamento ai parametri europei degli investimenti nella ricerca». E Salvini cheide anche l’abolizione del numero chiuso a Medicina a causa della cronica mancanza di medici in Italia.

Giovani e attività fisica sono un connubio fondamentale. I moderati, al punto quindici del programma, promettono «sostegno allo sport quale strumento di crescita e integrazione sociale e promozione di stili di vita sani», «supporto e valorizzazione degli enti del Terzo settore e delle associazioni sportive dilettantistiche, nell'ottica del principio di sussidiarietà» e soprattutto un «programma di investimento e potenziamento dell'impiantistica sportiva, anche scolastica e universitaria». Sul fronte lavorativo, chiara la volontà di incentivare la «promozione e il rilancio dell’artigianato e dell’impresa come prospettiva lavorativa per le nuove generazioni» e il «supporto all'imprenditoria giovanile, nuovi incentivi alla creazione di start up tecnologiche e a valenza sociale».

È di ieri la proposta di Matteo Salvini, che ha già trovato numerose sponde tra gli alleati, di reintrodurre la leva militare obbligatoria. Il Partito Democratico punta su un sostegno economico e scolastico per tutti i giovani, per combattere la disoccupazione e la cronica difficoltà di arrivare ad un contratto a tempo indeterminato. Si prevedono stage retribuiti, un forte incentivo all'apprendistato e trasporti pubblici locali gratuiti per famiglie a reddito medio. Per i dem va portato avanti il bonus cultura. Letta e soci vogliono creare un fondo di garanzia mutui per la prima casa e l’istituzione di un contributo affitto per studenti. Infine, grazie soprattutto alla spinta di Verdi e Sinistra Italiana, viene messa in discussione l’alternanza scuola-lavoro e paventata l'ipotesi di introdurre l'educazione sessuale in classe già dall’ultimo anno delle elementari. I grillini si dedicano al potenziamento di norme che già esistono. E così viene chiesta la riduzione del numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari e l'ampliamento del numero di psicologi presenti nelle scuole. Senza dimenticare il riscatto gratuito degli anni trascorsi in Ateneo per la futura pensione, il taglio delle tasse a chi assume giovani under 36 e una serie di pacchetti con forti sgravi fiscali per chi acquista la prima casa. Ma anche - è la richiesta di Beppe Grillo - di estendere il voto a chi compie 16 anni.

Il Terzo Polo incentra la propria proposta su una consistente riduzione delle tasse: si va da zero Irpef per gli under 35, a nessuna imposta, per i primi tre anni, per i giovani che avviano un’attività. Fondamentale, per Calenda e Renzi, rafforzare il sistema di orientamento, attraverso pratiche che vogliono contrastare la precarietà e promuovendo la flessibilità regolare. Previsto l'obbligo scolastico fino ai 18 anni e la riqualificazione degli edifici scolastici e l’aumento dell’investimento in ricerca.

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