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Elezioni 2022, le liste: Meloni contro Zingaretti a Roma. Salvini, Letta e sfida Renzi-Berlusconi a Milano

Benedetto Antonelli
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Carlo Calenda contro Emma Bonino a Roma, dove si scontrano anche Nicola Zingaretti e Giorgia Meloni. Mentre Enrico Letta, Giuseppe Conte e Matteo Salvini se la vedranno tutti a Milano, teatro della sfida al Senato fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Magie del Rosatellum, legge elettorale che assegna il 37% dei seggi con un sistema maggioritario a turno unico in collegi uninominali: in ciascun collegio è eletto il candidato più votato. Vince chi prende un voto in più. I posti restanti, invece, vengono assegnati nei collegi plurinominali, con il proporzionale, rispettando la percentuale di ciascun partito e della collocazione in liste dei singoli candidati.

 

Partiamo dalla Capitale. Calenda e Bonino si sfidano per il Senato nell'uninominale. Entrambi sotto il simbolo del proprio partito: Azione e +Europa. Affronteranno la candidata del centrodestra Lavinia Mennuni. Bonino però è anche capolista nel proporzionale in Campania. Così come lo è Calenda nel Lazio. Il Terzo Polo (Azione-Italia Viva) correrà alla Camera nel plurinominale del Lazio con Maria Elena Boschi capolista. La ministra per la Famiglia Elena Bonetti sarà candidata nell'uninominale a Roma centro per la Camera.

Il derby della Capitale vede affrontarsi anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e la leader di FdI Giorgia Meloni: entrambi hanno scelto le mura domestiche per sfidarsi in qualità di capilista di Pd e FdI.

 

L'altra sfida degna di nota è quella tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. In questo caso la sfida non è in un collegio uninominale. Sono entrambi capilista a Milano nel proporzionale. Sul duello che lo vede impegnato contro il Cavaliere, il leader di Italia Viva ha usato parole improntate al fair play: «Sarà molto divertente e utile per i cittadini che potranno riflettere su quale è la strada più giusta per il futuro, sulle tasse, sulla politica estera, sul costo dell'energia. Quando c'è confronto va sempre bene, l'importante è che ci sia civiltà». Toni ben diversi da quelli utilizzati nei confronti di Enrico Letta, ormai ribattezzato sarcasticamente "occhi di tigre» da Renzi e dai suoi, tanto da farne un hashtag Twitter. Il riferimento è alle parole con cui il segretario Pd chiama alla mobilitazione il suo partito.

 

Letta prova a dare il buon esempio candidandosi capolista alla Camera a Vicenza, nel profondo Nord Est, già roccaforte della Lega e oggi territorio di conquista di Fratelli d'Italia, come raccontano anche i risultati delle ultime elezioni amministrative.

«Penso che la nostra campagna elettorale non debba essere in difesa, ma in attacco», ha detto. Ma è all'ombra della Madunina che si concentrano le candidature dei leader. Oltre a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi al Senato, si presentano come capilista alla Camera anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte e il segretario dem.

 

Il leader M5S è candidato anche in Campania. Non ci sarà però la sfida diretta con Luigi Di Maio, così come sembrava profilarsi all'inizio. Il leader del M5S, infatti, è candidato come capolista alla Camera nel collegio Campania 1-01 (Napoli), il suo nome però non figura nell'uninominale. Dove invece c'è il ministro degli Esteri. Correrà nel collegio di Fuorigrotta, considerato più sicuro rispetto a quello di Pomigliano dove si presentò la volta scorsa. Dovrà fronteggiare un altro ministro, Mara Carfagna, che corre sotto le insegne di Azione. In Campania corrono anche altri due ministri: Dario Franceschini del Pd e Roberto Speranza di Mdp, quest' ultimo ospitato nelle liste Dem. Tra i duelli da seguire c'è poi quello fra Pierferdinando Casini e Vittorio Sgarbi a Bologna e la sfida in famiglia fra Bobo e Stefania Craxi in Sicilia, anche se i figli di Bettino Craxi sono candidati l'uno alla Camera e l'altra al Senato. Forza Italia ha annunciato anche la candidatura di Rita Dalla Chiesa. La conduttrice tv figlia del generale ucciso dalla mafia correrà come capolista al proporzionale in Puglia per entrare alla Camera. Per Berlusconi, «il suo è un nome simbolo della lotta alla mafia e del servizio alle istituzioni».

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