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Cappotto del centrodestra se il Pd non si allea con il M5s. Il post di Enrico Mentana scatena i follower

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Il terremoto nella coalizione di centrosinistra è un regalo grosso come una casa a Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. E a Enrico Letta ora non resta che rimangiarsi le dichiarazioni delle ultime settimane e tentare l'ultima carta, quella dell'alleanza con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Una giravolta che al momento è difficile da ipotizzare, come ammette il direttore del Tg La7 Enrico Mentana che ha dedicato alla situazione politica in vista delle elezioni del 25 settembre un post su Facebook e Instagram. 

 

"Nelle elezioni politiche, come la storia insegna, non va mai a finire secondo le previsioni della vigilia. Però stavolta, a sette settimane dal voto, la coalizione di centro-destra, che già era favorita dai sondaggi, si ritrova con la prospettiva di gareggiare contro tre diverse aree, non apparentate tra di loro: un centro calendian-renziano, la coalizione Pd-Si-verdi-Di Maio, e il Movimento 5 stelle", premette il giornalista. "Coniugando questa situazione con il sistema elettorale lo squilibrio appare sulla carta incolmabile: roba da 80% a 20% nella ripartizione dei seggi uninominali", è il calcolo che sa di cappotto. Un destino che appare segnato, "a meno che nei prossimi giorni non si concretizzi una alleanza dell'ultima ora ad oggi ben difficile da ipotizzare - tra il centro-sinistra e il M5s", conclude Mentana che divide i suoi follower, tra chi invoca un nuovo patto tra dem e grillini e chi invece respinge del tutto l'ipotesi. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Enrico Mentana (@enricomentana)

I veti incrociati per il momento sembrano prevalere, con Letta che ha detto al Tg1: "Le alleanza sono definite. È stato Conte a far cadere il governo Draghi. Si è assunto un’enorme responsabilità e per noi questo è un fatto conclusivo". E il capo politico M5s che in precedenza aveva chiudo nettamente al Pd, consigliando a Letta di offrire "i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati".

 

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