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Crisi M5s, anche il ministro Federico D'Incà e Davide Crippa dicono addio ai grillini

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«Dopo 12 anni, lascio il Movimento 5 Stelle. Con profondo rammarico e dolore personale, le nostre strade non sono più sovrapponibili, il solco che si è scavato in questi ultimi mesi non mi consente di proseguire in questa esperienza, per coerenza con le idee e con i valori che ho portato avanti a livello nazionale e locale e che intendo continuare a sostenere». Così Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento.

«Ho riflettuto molto in questi giorni sulle motivazioni e le conseguenze della caduta del Governo Draghi e non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal Movimento 5 Stelle, che oggi lascio - ricorda D’Incà - Avevo spiegato nelle sedi opportune e anche pubblicamente i rischi ai quali avremmo esposto il Paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi. Una decisione a mio giudizio irresponsabile che non ho condiviso e che ho cercato di evitare fino all’ultimo istante lavorando dall’interno del Movimento 5 Stelle, con la speranza che prevalesse una linea di ragionevolezza e con l’unico obiettivo di mettere in sicurezza il Paese, proseguire con le importanti riforme che abbiamo realizzato in questi mesi e ottenere le relative risorse economiche, grazie alla spinta del Movimento. Avevo anche avvisato sul rischio di una inevitabile frattura a cui avremmo esposto il nascente campo progressista, dopo un lavoro che aveva coinvolto anche i territori da più di due anni fino alle ultime elezioni amministrative di giugno. Purtroppo- conclude- hanno prevalso altre logiche e altri linguaggi che non possono appartenermi».

 

 

 

 

Gli fa eco un altro esponente grillino, Davide Crippa, che ha comunicato la sua fuoriuscita. «Dopo ormai 14 anni di attivismo politico mi vedo costretto a lasciare il Movimento 5 Stelle - lo scrive su Facebook l'ex capogruppo M5S alla Camera - Si tratta per me di un gesto molto sofferto e meditato a lungo. Non ho mai nascosto la mia divergenza di opinione con i vertici del movimento sulla gestione del mancato voto di fiducia al Governo, che di fatto ha aperto una crisi poi cavalcata dal centrodestra per scopi elettorali. Il Movimento 5 Stelle si è evoluto tantissimo negli anni, si è trasformato in movimento politico, ha scelto di diventare un partito capace di assumere su di sé la responsabilità di governo. Grazie a questo è riuscito a introdurre riforme epocali (come il reddito di cittadinanza e il taglio dei Parlamentari) e ha introdotto nell’agenda politica il tema dei temi: la transizione ecologica, radicata ormai nelle agende europee«. 

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