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Il Pd vota contro Mario DraghI: non passa la bocciatura di gas e nucleare come energie sostenibili

Pietro De Leo
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Tana per il Pd, l'ennesima. La forza della «protezione civile» (da citazione lettiana), intesa come Spirito della responsabilità e della stabilità, all'Europarlamento vota contro la linea espressa da Mario Draghi su un dossier importante come quello energetico. Spieghiamo. Ieri in plenaria a Bruxelles è stata respinta l'obiezione all'inclusione del gas ed energia nucleare dalla tassonomia. Cioè da quel novero di attività considerate sostenibili, funzionali alla transizione energetica e dunque potenzialmente incentivabili. Si tratta di una normativa che ha subito una lunga gestazione, ed un amplissimo dibattito anche a livello di associazioni ambientalistiche, che ieri dopo il voto hanno espresso tutto il loro disappunto proprio per l'inclusione, nel novero di queste due fonti. Ora, dunque, un altro step è stato compiuto, e bisognerà aspettare l'11 luglio: se entro quella data il Consiglio Europeo non si opporrà, nel 2023 la tassonomia entrerà in vigore. Fin qui l'inquadramento normativo.

 

 

Ora il punto politico: a votare favorevolmente all'obiezione, ieri, è stato, come prevedibile, il Movimento 5 Stelle (astenute le due eurodeputate che hanno aderito alla scissione di Di Maio). Ma più evidente è che su questa linea si è schierato anche il Pd, prendendo, dunque, un crinale antigovernativo. Proprio i dem che si autoinvestono ad ogni occasione buona come salvatori della stabilità salvo poi proporre provvedimenti divisivi per la maggioranza o, come in questo caso, sgambettare il governo su un tema fondamentale. A far capire quale fosse la direzione c'erano, ieri, alcune dichiarazioni rilevanti. Il ministro per il Mezzogiorno Mara Carfagna, ha definito «scelta positiva e responsabile» il pronunciamento di Strasburgo. La sottosegretaria alla Transizione Ecologica Vannia Gava, della Lega, ha affermato: «Se decarbonizzazione deve essere, devono essere esplorate tutte le possibilità che scienza, ricerca ed innovazione tecnologica offrono per tutelare l'ambiente, crescere in modo sostenibile e migliorare la qualità della vita mondiale. Non abbiamo tempo per makumbe, balli tribali e cortei come avrebbe fatto chi non voleva questo passaggio, a partire dal Pd».

 

 

Ma oltre a questo va considerato l'impegno profuso dal Presidente Draghi nel 2021 affinché la Commissione adottasse il regolamento inserendo anche il gas tra le fonti green come effettivamente poi è avvenuto. Se l'obiezione fosse passata con il voto del Pd, ciò avrebbe rappresentato una sconfessione in un momento non certo facile per il governo. Stando al resto del quadro politico, esulta il centrodestra, che ritrova le sue colonne Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia unite sul sì all'impostazione dell'atto comunitario. Mentre c'è una piccola polemica che riguarda il leader di Azione Carlo Calenda, favorevole al nucleare. Ed europarlamentare. Tuttavia, ieri, non era presente a Bruxelles per votare e si è guadagnato qualche rimbrotto social. Su Facebook, infatti, posta un video in cui trasportato dal fratello, gira in scooter per la Capitale. «Se anziché andare a zonzo per Roma in motorino fossi andato a Bruxelles a votare un provvedimento così importante su nucleare e gas ma dall'approvazione incerta sarebbe stato meglio», rimprovera, a commento del video, l'eurodeputato di Renew (stesso gruppo di Calenda), Alessio De Giorgi, renziano. Una bacchettata arriva anche da Sandro Gozi, sempre di Renew. L'assenza di Calenda, dice all'Adnkronos, «mi ha sorpreso».

 

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