Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Meloni irritata con Salvini per la batosta di Verona. Ora "basta litigi, vediamoci prima possibile"

  • a
  • a
  • a

Giorgia Meloni è "sorpresa e irritata" non per i risultati ma per come si è arrivati alla sconfitta a Verona. È questo lo stato d’animo della leader di Fdi che oggi non ha nascosto, in un video pubblicato su Facebook, il suo essere indispettita dall’atteggiamento degli alleati della coalizione. Secondo quanto apprende LaPresse, da chi ha avuto modo di parlare con la presidente, Meloni non ha digerito il colloquio consegnato domenica a La Stampa da Matteo Salvini. "Un attacco a Sboarina a urne aperte", confidano, che avrebbe fatto saltare sulla sedia Meloni. "Il candidato sbagliato non era Sboarina, piuttosto Tosi", tuonano dal partito di via della Scrofa che vedono nello svilupparsi degli eventi una vera e propria strategia per screditare FdI. Ora gli occhi sono puntati sulla città di Romeo e Giulietta, "dove la sconfitta si poteva evitare", ma nessuno parla del fallimento cocente a Monza e Alessandria, il ragionamento in casa Fdi. La città lombarda, fortino di Forza Italia, ha fatto da location per l’unico comizio di Silvio Berlusconi in vista dei ballottaggi, mentre il comune di Alessandria è l’indiscutibile feudo di Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera. Insomma, lamentano da Fdi, "se bisogna fare un’analisi bisogna mettere nel calderone tutto. Non solo quello che fa comodo".

 

 

 

"Non possiamo rischiare di mettere a repentaglio il risultato delle elezioni politiche: per questo chiederò a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi di rivederci il prima possibile per evitare ulteriori divisioni", dice Meloni. L’appello a sedersi al tavolo è stato accolto da Salvini, escluso che i tre leader riescano, tuttavia, a vedersi entro questa settimana, anche perché con la sconfitta a caldo sarebbe controproducente discutere anche di Nello Musumeci e della sua candidatura alla Regione siciliana. Come del resto potrebbe finire sul piatto il caso Lombardia che, con la dicotomia tra Attilio Fontana e Letizia Moratti, potrebbe diventare un altro nodo da sciogliere. Secondo rumors di palazzo, anche per la regione lombarda sarebbe in atto una strategia della Lega per rimettere in discussione il principio secondo il quale il centrodestra ricandida sempre l’uscente, che sia sindaco o governatore per avere il massimo della compattezza. Una regola non scritta che per Verona non è stata applicata e quindi non ha dato i frutti sperati.

 

 

 

 

 

 

Dai blog