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M5s nel caos, tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte scoppia la guerra totale

Tommaso Carta
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Il M5s non deve privarsi della regola che riguarda il tetto dei due mandati. Nelle ore in cui lo scontro tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio torna alla ribalta con prepotenza spaccando il partito di maggioranza relativa in Parlamento, Beppe Grillo prende posizione su uno dei principi cardine del Movimento. Per l’Elevato, come si firma nel post pubblicato sul suo blog, la regola in questione ha infatti la funzione «di prevenire il rischio di sclerosi del sistema di potere, se non di una sua deriva autoritaria, che è ben maggiore del sacrificio di qualche (vero o sedicente) Grande Uomo». Parole, queste finali, che in molti vedono riferite al ministro degli Esteri, tornato ad attaccare il nuovo corso impersonato dall’ex premier (sempre nel mirino anche degli attivisti di Napoli che hanno preannunciato reclamo contro la sentenza del Tribunale di Napoli).

Di Maio rientra nella lunga lista di parlamentari (circa una settantina) che, se dovesse restare il tetto dei due mandati, non potrebbe ricandidarsi. Fosse per il garante e cofondatore del Movimento sulla questione comunque non si dovrebbe nemmeno stare troppo a discutere, e il perché lo chiarisce lui stesso con un post intitolato «Il Supremo mi ha parlato», in cui parla dell’importanza di regole «che favoriscono il ricambio dei gestori prima che le imprese collassino». Discorso perfettamente traslabile all’ambito grillino, in caduta libera nei consensi e uscito a pezzi dal voto delle amministrative. Ecco quindi che per Grillo è «opportuno estendere l’applicazione delle regole che pongono un limite alla durata dei mandati», e a chi obietta, «soprattutto fra i gestori che si arroccano nel potere», che un limite non costituirebbe sempre l’opzione migliore, in quanto imporrebbe di cambiare i gestori «anche quando sono in gamba», risponde sibillino che «il dilemma può essere superato in altri modi». Con una deroga speciale? E nel caso, chi sarebbe a decidere i meritevoli? Gli iscritti, il garante, il presidente? Interrogativi che restano sospesi in aria. La certezza è che Grillo sposa la linea della continuità, giocando di sponda con Conte che intende affidarsi a una consultazione su SkyVote per sciogliere un nodo su cui comunque nei giorni scorsi si è espresso sulla falsariga del garante, affermando che «aprire a un numero di mandati indefiniti» non è «nello spirito 5stelle perché la politica non può diventare un mestiere, perché può creare distorsioni».

A criticare lo spirito del partito, almeno quello emerso più di recente, è però proprio Di Maio, secondo il quale «il M5s è una forza politica che oggi non sta guardando al 2050». «Questa è una forza politica che sta guardando indietro, si sta radicalizzando - è l’attacco del titolare della Farnesina -. Allora che senso ha cambiare la regola del secondo mandato? Io invito gli iscritti a votare secondo i principi fondamentali del Movimento perché questa è una forza che si sta radicalizzando all’indietro». Una provocazione e allo stesso tempo un invito a voltare pagina. Anche perché, evidenzia, allo stato attuale «non è chiara la nostra ricetta per il Paese, il Pd sale e noi scendiamo». Non solo, Di Maio denuncia gli «insulti personali» ricevuti dopo essersi permesso «semplicemente di porre dei temi, di aprire un dibattito su alcune questioni. Io temo che questa forza politica rischi di diventare una forza politica dell’odio».

Forza che intanto martedì prossimo al Senato sarà chiamata a votare la risoluzione (su cui sono al lavoro i gruppi parlamentari di maggioranza attraverso contatti e riunioni) sulle comunicazioni del premier Draghi in vista del Consiglio europeo. E anche su questo versante il ministro degli Esteri non usa il guanto di velluto nei confronti di quella parte del Movimento che «vuole inserire nella risoluzione frasi e parole che disallineano l’Italia dalle alleanze storiche, da quella che è la sua postura internazionale».

A guardare da lontano, e più precisamente da Istanbul, il caos 5Stelle è Alessandro Di Battista, in procinto di volare in Russia nelle prossime ore per «un lavoro da reporter per ascoltare il paese profondo». «Non mi infilo in queste polemiche interne - afferma in un video - Sono questioni che riguardano un movimento del quale non faccio più parte». In futuro, però, potrebbe tornare in campo con l’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio. Ipotesi non esclusa da Enrica Sabatini: «Se abbiamo in mente di fare qualcosa insieme? Stiamo lavorando e studiando alcune prospettive future. I contrasti tra Conte e Di Maio? La sensazione che ho è che continuerà una lotta di potere per avere la guida del M5s». A meno che le strade del nuovo presidente e dell’ex capo politico non finiscano per divedersi producendo una clamorosa scissione.
 

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