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Matteo Renzi vede nero per il Movimento 5 Stelle: “Non arriveranno vivi alle elezioni del 2023”

Christian Campigli
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I Cinque Stelle come male assoluto. Come iperbole della politica declinata all'improvvisazione. Il simbolo di una fase storica che sta giungendo al suo termine. Matteo Renzi accatta frontalmente i Grillini ed usa parole di immediata comprensione, avulse da qualsiasi tentativo dialettico di mediazione. “Torino è una città che dimostra che i grillini dopo che li hai provati li eviti, è un dato di fatto, è successo a Torino, a Roma, al governo nazionale, a Parma è successo in partenza”. Il nativo di Rignano, durante la tappa piemontese del suo tour di presentazione del libro “Il Mostro”, ha ribadito il proprio scetticismo sull'alleanza nel campo democratico. “Credete davvero che i Cinque Stelle arrivino vivi alle elezioni del 2023, non vedete che litigano tutti i giorni”.

 

 

Con i sondaggi che gli assegnano numeri modesti (tra il 2,2% e il 2,5%), Renzi deve sperare che vi sia una crescente tensione o addirittura una rottura tra Letta e Conte. Non potendo andare a destra (per il difficile rapporto con la Meloni), l'ex sindaco di Firenze rischia, in caso contrario, di rimanere impantanato al centro. In compagnia di Calenda, come sponsor non più di se stesso ma di Draghi. Uno scenario tutt'altro che roseo, almeno in vista della campagna elettorale. “Il reddito di cittadinanza è uno scandalo, perché una cosa è aiutare i poveri, una cosa è dare ai poveri le condizioni per non essere più poveri. Se tu gli dai un salario di cinquecento euro per non fare niente arrivi al paradosso che il Ministro leghista del Turismo va a cercare il decreto flussi per avere trecentocinquantamila migranti sennò gli alberghi non aprono”.

 

 

Nel corso dell'incontro, Renzi ha parlato anche dei referendum sulla giustizia. “Sarà molto difficile raggiungere il quorum. Io andrò a votare e voterò cinque sì. Non credo che sarà facile, anche perché hanno tolto dal campo tutti gli argomenti che potevano portare la gente a votare, la responsabilità dei magistrati e anche la cannabis e l'eutanasia che toccano molto di più, che non i consigli giudiziari, la vita delle persone”.

 

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