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Silvio Berlusconi spinge sui referendum

Daniele Di Mario
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Ok l’indizione dell’election day, accorpando Amministrative e referendum sulla giustizia. Ma non basta. Per incentivare ancora di più la partecipazione (e aiutare i cinque quesiti referendari sulla giustizia a raggiungere il quorum di votanti del 51% degli aventi diritto) serve di più. Bisogna votare anche di lunedì. A chiederlo è Silvio Berlusconi, che, pur apprezzando la decisione del Viminale di far votare il primo turno delle elezioni comunali e il referendum lo stesso giorno, domenica 12 giugno, chiede di prevedere la votazione in due giorni. Come avvenuto del resto nelle ultime due tornate elettorali, cadute in piena pandemia: una decisione dettata in quel caso dalla necessità di garantire il distanziamento ed vitare assembramenti ai seggi.

«Considero molto positiva la decisione del governo di accorpare la data dei referendum con il primo turno delle elezioni amministrative - spiega Silvio Berlusconi in una nota - È una scelta che non solo consente risparmi significativi, ma favorisce la partecipazione alle urne. Proprio per questo, però, ora è indispensabile un decreto che estenda gli orari di votazione anche alla giornata di lunedì, come spesso si è fatto in passato. Abbiamo il dovere di combattere l’astensionismo e di favorire la massima partecipazione dei cittadini al voto». «Questo vale - aggiunge il leader di Forza Italia - per le elezioni amministrative, in occasione delle quali in passato si è registrato un tasso di astensionismo davvero inaccettabile, pericoloso per la democrazia, e vale per i referendum, nei quali esiste un quorum, e quindi limitare l’affluenza significherebbe alterarne i risultati in modo surrettizio. Sono certo che il Governo e il Parlamento comprendano e condividano queste nostre preoccupazioni», conclude l’ex premier.

Anche la Lega fa sapere di essere d’accordo per votare in due giorni. «Bene la scelta di accorpare alle elezioni amministrative i referendum sulla Giustizia il 12 giugno, ma ora è opportuno un provvedimento per consentire il voto anche di lunedì», riferiscono fonti del Carroccio. Sul fronte interno al partito, il Cav è proiettato sullo sviluppo dell’«Universitas Libertatis», lanciata ai primi di marzo a Villa Gernetto in collaborazione con l’imprenditore livornese Stefano Bandecchi e la sua Unicusano. L’Univesità della Libertà dal 2007 è un pallino di Berlusconi e in queste settimane sarebbe diventato il suo chiodo fisso, come rivela l’AdnKronos. Un progetto che l’ex premier considera una «iniziativa unica, straordinaria», perché «lancia un’idea politica nuova, quella del politico professionista», come Berlusconi stesso scrive in una lettera riservata inviata qualche giorno fa a tutti i parlamentari azzurri.

Da mesi il presidente di FI parla di questa «Frattocchie azzurra». «Oggi l’uomo del fare può diventare l’uomo del sapere per essere lo statista del domani - scrive il Cav nella lettera - Ritengo quindi importante e direi necessario che ogni componente di Fi si faccia partecipe dell’Universitas Libertatis promuovendola su tutti i social» sino a «renderla la più importante novità di questa stagione politica». E ancora: «È un’iniziativa di grande rilievo, aperta a tutti i cittadini che si sentono cristiani, liberali, garantisti, europeisti, atlantisti». Nella lettera Berlusconi chiede di promuovere sui social l’Università liberal, annuncia la nascita delle «Officine della Libertà» che ricordano i «Circoli della Libertà» e lancia una campagna promozionale a tambur battente nelle tv nazionali fino al 9 aprile. Il progetto - raccontano fonti azzurre sempre all’AdnKronos - avrebbe creato fibrillazione nel partito, aprendo un vero e proprio dibattito interno, tra chi minimizza e chi sospetta che dietro l’operazione «Universitas Libertatis» si celi un nuovo progetto politico. Così come c’è attesa per la due giorni dell’8 e 9 aprile organizzata da Forza Italia a Roma, con conclusioni di Berlusconi in presenza sabato alle 17.

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