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Carlo Calenda vero democratico, riesce a litigare con tutti. Lo scontro cult con Claudio Martelli

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Arnaldo Magro
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Senza addentrarsi in giudizi di merito, va riconosciuta a Carlo Calenda la democratica capacità di far imbestialire più o meno tutti quanti. Il segretario di Azione, solo negli ultimi dieci giorni, è stato capace di scontrarsi e battibeccare, nell'ordine, con Claudio Martelli, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Enrico Letta, Dino Giarrusso, Andrea Scanzi e qualcuno ancora, è stato certamente dimenticato.

 

Claudio Martelli è quello che gli ha destinato le parole più dolci: «Calenda è uno sciocco bugiardo, un Ercolino faccio tutto io ma resta un cortigiano cafone e scodinzolante». Sugli insulti gravi e di pessimo gusto messi in atto da Dino Giarrusso invece, è meglio sorvolare. L'obiettivo di Azione è raggiungere il venti per cento alle prossime politiche, dice il Segretario dei Parioli. Per riuscirci, è fondamentale che si parli di Carlo Calenda. Bene o male sembra fare poca differenza. In questo sembra mettere tutti d'accordo. 

 

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