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Guerra aperta tra Dario Franceschini e Vincenzo De Luca: volano gli stracci nel Pd

Gianfranco Ferroni
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Non si sono mai amati, anche se militano nello stesso partito: Dario Franceschini e Vincenzo De Luca si punzecchiano a distanza, su vari argomenti. L'ultimo? Il ministro della Cultura accusa il governatore della Regione Campania di «maschilismo». Tutta colpa delle dichiarazioni deluchiane dedicate alla difesa di una legge regionale, con frasi che hanno toccato una componente dello staff franceschiniano: «Una lettera del rinato ministero della Cultura, io ero ancora fermo al Mibact mi ero dimenticato che un anno fa hanno cambiato i titoli dei ministeri perché siamo moderni, a firma della responsabile dell'ufficio legislativo che contesta le decisioni del Consiglio regionale spiegando alla Regione cosa significano paesaggio e tutela del paesaggio. Io non conosco questa dirigente, la dottoressa Cipollone, quella che ci ha mandato queste contestazioni. Voi pensate che con le centinaia di dottoresse cipollone che noi abbiamo nei vari ministeri italiani saremo in grado di realizzare il Psrr (intende il Pnrr)? Al massimo potremo farci un brodino vegetale. Con tutte le cipollone sparse per i ministeri, rischiamo di non muovere una foglia».

 

 

E il titolare del dicastero di via del Collegio Romano nella mattinata di sabato ha voluto sottolineare che «l'avvocato Annalisa Cipollone, capo ufficio legislativo del ministero della Cultura, è una professionista di straordinaria competenza giuridica, della cui collaborazione io sono particolarmente orgoglioso. Il presidente De Luca dovrebbe cercare di utilizzare argomenti giuridici per rispondere alle 18 pagine di parere sulla legge 31/21 della Regione Campania, anziché usare battute offensive, aggravate da un sapore maschilista, di cui credo farebbe bene a scusarsi». Scommettiamo che questa guerra tutta interna al Pd non finirà?

 

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