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Siamo alla notte della Repubblica. Ora Mario Draghi si dia una mossa e aiuti le famiglie

Francesco Storace
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Gli italiani ci faranno assai con le luci spente di ieri sera per una mezz'oretta. I comuni hanno protestato così per gli aumenti di luce e gas. Salate anche le loro bollette. Beati loro che possono protestare, ai cittadini, come si dice a Roma, non restano «manco gli occhi pe' piagne».  E tutto questo rischia di acuire le tensioni che certo non mancano. Perché la sorpresa bollette è più esasperante di quanto si pensasse. Gli annunci dei telegiornali non rendevano l'idea. Le famiglie cominciano a essere davvero esasperate da aumenti del 50 per cento come minimo. Pesano malamente sui bilanci tra le mura di casa. Ma i Comuni spengono le luci... siamo alla Notte della Repubblica in cui la politica non sembra rendersi conto di quel che può succedere: se resteranno spente le luci nelle case non sarà perché si va a nanna. Anzi, ci sarà chi non riuscirà a dormire. In quel drammatico momento tutti si dovranno rendere conto - a palazzo - che se schizzano in alto i costi di luce e gas; se l'illuminazione costa troppo e pure il riscaldamento; e se gli stipendi sono al palo; a saltare sarà un intero sistema. Chi ha la responsabilità di governare l'Italia non può permettersi di sottovalutare la situazione.

 

 

Sì, d'accordo, la prossima settimana arriverà un decreto del governo per venire incontro a imprese e famiglie eleggeremo con quali criteri. Mario Draghi lo porterà in Consiglio dei ministri dopo che da settimane, giorno dopo giorno, Matteo Salvini (e gli va dato atto) gli mostra bollette impresentabili. Aumenti sconsiderati. Ma il premier si muove con un orizzonte di bassa portata. Qualche gruzzolo- 6 o 7 miliardi si dice - che servirà a toppare qualche buco. Invece ci vorrebbe un po' più di coraggio e per questo in molti stanno sollecitando uno scostamento di bilancio. Perché di miliardi ne servirebbero una trentina. Non è più il tempo di cifre esigue. Da una parte per evitare la tiritera sul debito. Lo Stato che non si indebita in tempi come questi sposta semplicemente il debito sulle famiglie. Il che non è un bene. E poi c'è bisogno di un piano energetico a medio e lungo termine. È il momento di prendere come obiettivo: il gas naturale e il nucleare di ultima generazione stanno lì ad aspettare. Da una parte per garantirci finalmente indipendenza energetica e dall'altra per evitare di esporre cittadini e Comuni ai balzi di mercato. Ci si deve mettere in testa, a Palazzo Chigi, che le parole non bastano più.

 

 

Ora che è finita la commedia del Quirinale e che comincia a svanire l'incubo Covid, la vera emergenza è rappresentata dalla vita delle famiglie e dal lavoro delle imprese. Perché siamo davvero di fronte ad una realtà entrata improvvisamente nelle case degli italiani con le sue bollette alle stelle. Ecco perché Draghi deve muoversi più seriamente. La ripresa tanto strombazzata sta diventando solo uno spot senza successo. In giro ci si chiede che fine abbiano fatto i miliardi del Pnrr: quei duecento miliardi sono stati promessi troppe volte. A vuoto.

 

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