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Letta esulta su Facebook, così viene coperto dagli insulti

Alessio Buzzelli
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La foto di una matita adagiata sulla scheda che di lì a poco sarebbe stata inserita all’interno della «insalatiera» per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. A commento dell’immagine le parole «La matita con la quale ho appena votato Mattarella. Me la tengo tra i ricordi. Belli». Con questo post il segretario del Pd Enrico Letta il 29 gennaio ha voluto condividere sui suoi profili social la propria soddisfazione per l’imminente rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Un post che in pochissimo tempo ha però raccolto decine di migliaia di commenti assai meno entusiastici di quelli del segretario dem, vergati da utenti per nulla soddisfatti dell’esito di queste ultime, controverse «quirinarie». Fin qui dunque tutto normale, come il copione della polemica da social network impone. Ma se analizziamo meglio i commenti lasciati dagli utenti sotto il post del segretario Pd, la cosa si fa decisamente più interessante. Perché, al netto dei pure numerosi sfoghi da parte degli elettori e simpatizzanti di centrodestra (in realtà però quasi tutti indirizzati ai propri politici di riferimento piuttosto che a Letta), molti dei commenti negativi sono partiti da utenti vicini al M5S, specialmente di area contiana.

A scatenare le polemiche indirizzate a Letta da parte simpatizzanti del Movimento è stato soprattutto il siluramento di Elisabetta Belloni, nome che per qualche ora sembrava poter avere concrete chances di salire al Colle anche grazie – così almeno era sembrato all’inizio - al sostegno del partito Democratico. Scorrendo i commenti appare subito chiaro come la base pentastellata abbia mal digerito la misteriosa «retromarcia» notturna che Letta avrebbe fatto sulla «Signora Italia», come l’ha soprannominata Beppe Grillo, dopo aver dato il suo benestare in un precedente incontro con Salvini e Conte. «Ma perché non la Belloni? - ha chiesto un utente al segretario Pd. Perché? Ci dia una risposta per favore...». Non risponde Letta ma un altro utente: «Non piaceva a Renzi e il Pd esegue», aggiungendo poi un laconico «che squallore!». «La Belloni era un’ottima candidata», si legge in un commento successivo, «ma Renzi non l’ha voluta per impallinare Conte e Salvini»; «già...» rintuzza subito un altro, «quelli del Pd sono gli unici contenti di questa scelta, non pensavo arrivassero a questo punto». «La vergogna di continuare a stare sereno agli ordini dei renziani», scrive ancora ironicamente un utente, che poi conclude: «La Belloni doveva essere votata, era l’occasione per svincolarsi da Renzi».

 

 

 

 

 

Insomma, il tòpos delle critiche social grillin-contiane a Letta è abbastanza evidente: impallinare la Belloni per far contento Renzi e colpire Conte è stato visto dai simpatizzanti del M5S come un tradimento grave e inaspettato. Oltre questa, però, c’è anche un’altra storia legata a queste «quiriniarie» molto citata nei commenti, attraverso cui gli utenti hanno cercato una volta in più di mettere Letta davanti alle proprie incoerenze. Ed è quella che riguarda un disegno di legge depositato dallo stesso Pd nel dicembre scorso in cui si chiedeva di modificare due articoli della Costituzione per vietare la rielezione di un Presidente della Repubblica uscente, ovvero l’esatto contrario di quanto accaduto in questi giorni. Anche su questo argomento, naturalmente, un profluvio di commenti oscillanti tra l’indignato, il deluso, l’inferocito e l’irripetibile. Insomma, insieme alla matita e ai bei ricordi, da questa elezione Letta si è portato a casa anche qualcosa che forse è meglio dimenticare.
 

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