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Quirinale, Matteo Salvini: "Pericoloso togliere Draghi premier". E inchioda la sinistra: il rischio sui veti

Giada Oricchio
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“Casini e Riccardi non sono nomi di centrodestra. Ringrazio Berlusconi e a Letta dico basta con i no pregiudiziali”. Matteo Salvini comincia a tratteggiare la linea operativa dopo gli incontri con i capigruppo e i grandi elettori. Lunedì alle 15 la prima chiama per l'elezione del presidente della Repubblica, ma il nome del sostituto di Sergio Mattarella su cui centrodestra e centrosinistra dicono di voler convergere, ancora non c’è.

“Ho sentito e raccolto proposte, ringrazio Berlusconi per la generosità e la scelta che ha tolto il campo da veti. Sto raccogliendo nomi di profili di assoluto spessore nazionale e internazionale” ha dichiarato Salvini ai cronisti prima di specificare che non ha affatto incontrato Enrico Letta come si credeva (anche il Nazareno ha confermato il mancato faccia a faccia, nda), lo farà domani.

Poi la stoccata: “Mi dispiace che da Letta arrivino no pregiudiziali. No a Berlusconi e a qualsiasi candidato del centrodestra non è il modo per eleggere il presidente della Repubblica il più velocemente possibile. Il centrodestra è maggioranza relativa nel governo e ha diritto e dovere di fare proposte. Il no del centrosinistra senza sapere di chi stiamo parlando, cioè di donne e uomini di assoluto spessore, non è accettabile. Faremo due, tre quattro nomi spero che la sinistra non dica no a tutti. L’Italia non merita confusione. Ritengo che togliere Draghi dal governo sarebbe pericoloso perché l’Italia è in un momento difficile e reinventarsi un nuovo governo daccapo fermerebbe il paese. Noi non imporremo niente a nessuno, siamo più umili, ma proporremo. Rinnovo l’invito a incontrarci, ma non puoi sederti al tavolo dicendo che qualunque proposta farà la fine di Berlusconi, è di dubbio gusto. Il centrodestra è compatto. Voterà compatto dall'inizio alla fine”. Irremovibile sulle idee Pierferdinando Casini e Andrea Riccardi non sono nomi di centrodestra, altrimenti io facevo quello di Walter Veltroni”.

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