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La sinistra impazzisce di paura e riaccende la macchina del fango su Silvio Berlusconi

Hoara Borselli
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La paura fa 90! Eh già, sotto lo stimolo della paura si possono fare o dire cose incredibili, ad esempio si può cercare in tutti i modi di dipingere una persona come un mostro solo perché inconsciamente se ne riconosce la grandezza. Ciò che sta accadendo intorno alla figura di Berlusconi rappresentala narrazione perfetta di una sinistra connivente con una stampa ideologicamente allineata, che vuole in tutti modi allontanare i fantasmi della paura che si stanno facendo sempre più schiaccianti. L'incubo che da settimane incombe e toglie il sonno alla sinistra è che Berlusconi possa veramente riuscire nell'impresa e salire al Colle. Ciò che inizialmente appariva come una boutade, un esercizio di fantapolitica, oggi sta assumendo i contorni di una realtà sempre più concreta e inaccettabile, da chi, fino a oggi, è sempre stato l'indiscusso protagonista delle manovre sul Quirinale. Una sinistra che, conscia di essere declassata a semplice comparsa, sta agitando le braccia e sbraitando per cercare di ritagliarsi un ruolo sulla scelta del prossimo Presidente della Repubblica. Non trovando convergenze condivise su un candidato forte da schierare, non gli resta che fare ciò di cui sono abili maestri, ovvero, sgomberare il campo dallo scomodo avversario ancora prima di poterlo affrontare perché consci della sua forza.

 

 

E allora ecco che viene fatta ripartire la macchina del fango, atta a delegittimare con tutti i mezzi possibili la credibilità di Berlusconi e cercare di allontanarlo sempre di più da quel Colle che la sinistra sente per la prima volta vacillare. Oggi che ha tutte le carte in regola per tornare ad essere protagonista attivo nella scena politica, da «grande uomo» come lo definì Letta nel 2013 quando il Cavaliere gli rinnovò la fiducia a Palazzo Madama, è diventato oggi l'incandidabile. Addirittura lo stesso segretario Dem si è definito deluso e sorpreso che il centrodestra abbia proposto questo nome, visto che il Quirinale merita una alto profilo non politico e super partes. Premesso che la sinistra sta cercando non un alto profilo, bensì un altro profilo che non sia Berlusconi, quel «non politico» e «super partes» suonano come distonici rispetto a ciò che gli ultimi Presidenti della Repubblica hanno incarnato. Mattarella eletto con la tessera del Ps in tasca, Napolitano verrà ricordato nella storia come l'uomo che ha cambiato l'interpretazione e il ruolo quirinalizio.Non più garante ma protagonista dell'azione politica.

 

 

Non possiamo non ricordare Scalfaro, colui chiamato per garantire equilibrio a un Paese che aveva appena perso due figure come Falcone e Borsellino, che è stato arbitro «parziale» per tutto il settennato ed ebbe un ruolo determinante nel ribaltone che sconfessò la vittoria nel '94 di Berlusconi. Se questo è il concetto di Super Partes anelato da Letta, la puzza di veto ideologico non è poi così celata. Se poi ci mettiamo la dichiarazione sempre di Letta quando dice «sbagliato andare a cercare voti in Parlamento» è doveroso ricordargli ciò che accadde in quella infuocata settimana di compravendita in vista del Conte ter e domandargli se quando la ricerca dei vari Ciampolillo viene fatta dalla sinistra, la ricerca è democratica, e se la esercita la destra, diventa un atto illecito. Già che ci siamo ricordiamo a Letta che il discredito che sempre la sinistra attribuisce al Cavaliere in Europa, è si fantapolitica, dal momento che il pubblico endorsement fatto da Lopez e Weber, rispettivamente Segretario e Capogruppo della PPE, ha ribadito quanto in Europa la figura di Berlusconi rappresenti una garanzia ancora prima di un palese attestato di stima. Ci viene inoltre lecito rispondere a Rosy Bindi quando afferma che «la candidatura di Berlusconi rappresenterebbe un'offesa per tutte le donne». Comprendiamo che sia necessario sparare frasi ad effetto per potersi riprendere uno spiraglio di luce sulla carta stampata e non la biasimiamo visto che nel panorama politico il suo faro non brilla più da tempo semmai si fosse mai veramente acceso, però prima di pontificare su Berlusconi e giudicarlo, porti in dote almeno una parte di ciò che il Cavaliere a differenza sua ha fatto, sennò rimane un semplice esercizio di sterile retorica. 

 

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