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Colloquio Draghi-Salvini in Senato. La spinta dalla Lega: “Resti al governo, non c'è bisogno di confusione”

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Il premier Mario Draghi, lasciando l'Aula di Palazzo Madama dopo aver commemorato lo scomparso David Sassoli, ha incrociato il leader della Lega Matteo Salvini. "Ciao, presidente", si è rivolto al presidente del Consiglio il segretario del Carroccio. I due si sono fermati per qualche minuto per uno scambio. Poi Draghi ha proseguito, imboccando l'ascensore per lasciare il Senato diretto a Palazzo Chigi.

 

 

Dopo il contatto tra i due sono arrivate le parole del leader della Lega a Porta a Porta in onda su Rai1: “Penso che molti in Italia oltre me avrebbero piacere che Draghi continuasse a svolgere il ruolo di presidente del Consiglio, perché ci sono ancora tante cose da fare e di tutto c’è bisogno in questo momento tranne che di confusione. Ritengo che nel momento che stiamo vivendo, dal punto di vista della pandemia, sociale ed economico, ci sia un Paese preoccupato che ne uscirà più forte di prima ma che passerà dei mesi complicati. Stiamo pagando il gas il 500% più caro rispetto all’anno scorso, le bollette non sono di destra o di sinistra, riguardano tutti. Proporrò a Draghi che il Governo intervenga entro gennaio con tutti i miliardi che servono, non meno di 30, per aiutare gli italiani a pagare le bollette”.

 

 

Salvini, rispondendo alle domande di Bruno Vespa, affronta anche l’argomento Quirinale: “Silvio Berlusconi ha fatto tre volte il presidente del Consiglio, è internazionalmente conosciuto e riconosciuto. È stato eletto per guidare questo Paese più di una volta quindi penso che nessuno da Sinistra possa mettere dei veti. Poi bisogna aspettare che lui dica qualcosa e sciolga le riserve. Da responsabile della Lega ho chiamato tutti i miei colleghi di partito perché mi piacerebbe che ci si sedesse intorno a un tavolo per fare una scelta rapida e di alto profilo, quello che non accetto sono i veti. Sbaglia Enrico Letta, bisogna ragionarci. Il Pd - sottolinea Salvini - in passato ha proposto Romano Prodi, eletto Giorgio Napolitano, lo stesso Sergio Mattarella, tutti con una chiara connotazione politica che hanno svolto egregiamente il loro ruolo. Penso che altrettanto egregiamente l’area moderata, liberale, sovranista e identitaria possa esprimere la sua scelta”.

 

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