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L'Aria che Tira, “era meglio una supercazzola”. Marco Damilano affonda Mario Draghi: pasticcio comunicativo

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La conferenza stampa di Mario Draghi tiene banco nella puntata dell’11 gennaio de L’Aria che Tira. Nel programma di La7 condotto da Myrta Merlino si sottolinea la reticenza del premier a rispondere alle domande dei giornalisti, in particolare sulla sua possibile candidatura alla presidenza della Repubblica, e viene interrogato sul tema Marco Damilano, direttore de L’Espresso: “È stato un pasticcio comunicativo. Il governo ha fatto un decreto molto importante con l’obbligo vaccinale tra gli over50, questa decisione andava spiegata al Paese immediatamente, invece sono stati mandati tre ministri in mezzo alla strada, con il ministro Renato Brunetta particolarmente felice di avere il proscenio, ma in realtà è stata un’esibizione abbastanza deludente e non all'altezza di un provvedimento che cambia la vita degli italiani. Poi abbiamo aspettato diversi giorni, Draghi finalmente va a fare la conferenza stampa ed è del tutto evidente che si sarebbe parlato di Quirinale, proprio perché non si è fatto un messaggio comunicativo ad hoc sul decrto. A quel punto non può essere il presidente del Consiglio a decidere chi fa le domande. Può dire - evidenzia il giornalista - no comment, può anche fare una supercazzola per ore senza dire nulla, ma non può decidere lui chi fa le domande e quali domande si possono fare. Il Quirinale non è una parolaccia, è il vertice delle istituzioni”. 

 

 

“La conferenza stampa ci dice - sottolinea Damilano - quanto in realtà Draghi sia dentro la partita, si cammina su un terreno minato, ogni parola vale il doppio e ogni silenzio rimbomba. Di questa conferenza rimane una marcia di avvicinamento molto prudente e molto laterale. Gli altri candidati sono spariti, Pierferdinando Casini, Silvio Berlusconi, Giuliano Amato… Draghi è ovviamente obbligato a parlare come premier, ma non può fare la selezione delle domande e sparire per il Quirinale come fanno tutti gli altri”.

 

 

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