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Draghi riesce a far peggio di Monti. Il ritmo da record sulle richieste di fiducia

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Con la fiducia chiesta alla Camera sulla legge di Bilancio, il Governo di Mario Draghi raggiunge quota 35 in quasi undici mesi. Senza contare quella posta all'atto dell'insediamento nei due rami del Parlamento e considerando che i lavori parlamentari riprenderanno l'11 gennaio, la media per l'attuale esecutivo è di quasi 3,2 voti al mese, un record che supera quello di Mario Monti, che era ad una media di 3 al mese, in un raffronto basato sulle ultime tre legislature. 

 

 

Dopo i 262 sì, i 40 no e i due astenuti e i 535 sì, i 56 no e i 5 astenuti, con i quali l'attuale premier e i suoi ministri ottennero la fiducia, rispettivamente, al Senato il 17 febbraio e alla Camera il giorno dopo, le Assemblee di Palazzo Madama e Montecitorio sono state chiamate come detto in altre 35 occasioni a rinnovare il proprio consenso su provvedimenti di iniziativa governativa, sempre su decreti legge fatta eccezione per i disegni di legge di riforma della giustizia penale e civile.

 

 

Il dato sulle ultime tre legislature, in base a dati elaborati da Openpolis, pone il Governo Draghi in testa in questa particolare classifica davanti a quello di Mario Monti, anche quello sostenuto da un'ampia maggioranza parlamentare, che aveva una media di 3 voti al mese. Seguono il Conte due, con una media di 2,25, i Governi Gentiloni (2,13), Renzi (2), Letta (1,11), Berlusconi quattro (1,07), Conte uno (1). I provvedimenti dell'attuale esecutivo approvati con doppio voto di fiducia sono stati invece 13. Quest’altra classifica è guidata da Renzi (22 testi), seguito dal Conte 2 (15), dal Governo Draghi, quindi Gentiloni (11), Conte uno (4), Letta (1).

 

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