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Conte senza un euro dalla politica e dal M5S: "Faccio il leader a mie spese"

Pietro De Leo
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Il leader del centrosinistra? E chi lo sa. Il Pantheon del Movimento 5 Stelle. Idem. Le colpe della Cina sul Covid? Con calma. Va in onda un saggio di vellutato contismo, nel senso di Giuseppe Conte, ad Atreju. Il Presidente del Movimento 5 Stelle sale sul palco ieri sera, per un’ora circa di intervista condotta dai direttori del Tg2 Gennaro Sangiuliano e del Tempo Franco Bechis. Inizia Sangiuliano, immediatamente su uno dei capisaldi dell’edizione della kermesse di Fratelli d’Italia, la sottoscrizione per avere un Presidente della Repubblica eletto dal popolo. Firmerà?, chiede a Conte. Che con una lunga perifrasi dice di no. "Non credo che in questo momento ci sia la possibilità di dare vita a una fase costituente con delle riforme così importanti. Se pensiamo a cose troppo ambiziose rischiamo di non concludere nulla. Vi lancio io una petizione: sfiducia costruttiva e stop crisi al buio, e poi fiducia a Camere congiunte", dice il leader pentastellato. A quel punto Bechis punge sul fatto che la "sfiducia costruttiva", in realtà, c’è già stata ed è quella che ha visto vittima lui con la manovra di Renzi che aveva già pronto Draghi. Da lì, Conte si inerpica su un lungo ragionamento sulla necessità di avere stabilità di governo. Anche se poi, alla domanda sul modello elettorale da attuare, vira sul proporzionale. Con un patto di legislatura, decidendo le alleanze all’inizio? "Potrei anche essere d’accordo" osserva l’ex Presidente del Consiglio, che poi rilancia su uno sbarramento al 5%.

 

 

 


Ovviamente, spazio all’ipotesi Quirinale. "è necessaria una discussione ampia, aperta a tutte le forze politiche per avere una figura di alto valore e grande rilevanza morale". E sulla tradizione di un certo monopolio di centrosinistra sulle figure, osserva: «Non è scritto da nessuna parte che il Presidente deve avere una provenienza particolare». A questo proposito, sollecitato a specificare la sua dichiarazione sulle "cose buone" realizzate da Berlusconi, un po’ indugia ma poi afferma: "Nel 1994 ha interpretato il desiderio di bipolarismo latente. E ha dato un contributo anche alle forze di destra, spingendole verso una destra più moderna". Poi c’è spazio anche per la prospettiva individuale di Conte. Bechis lo incalza sia sulla mancata candidatura al collegio per la Camera di Roma Centro, sia su una questione del tutto materiale, ossia di cosa viva in questo momento il Presidente pentastellato. "Vivo con quello che ho da parte. All’Università sono in aspettativa", per quanto riguarda la professione "ho rinunciato a fare l’avvocato". Sulla non candidatura alle suppletive, osserva: "Enrico Letta ha fatto in modo molto cortese questa proposta, gli ho espresso le mie perplessità. Ha fatto un gesto di cortesia, non credo sia rimasto male".

 

 

 


Capitolo politica estera. Qui Sangiuliano lo porta a parlare della Cina e del confronto in corso sulle responsabilità per la diffusione del Covid. "Dovrebbe condividere le informazioni in suo possesso", osserva, tuttavia senza affondare sulle caratteristiche del regime comunista di Pechino. Glissa pure sul pantheon del Movimento 5 Stelle: "Da De Gasperi in avanti chiunque ha fatto del bene per l’Italia, ma ne parleremo nel prossimo corso di formazione". Così come sulla leadership del centrosinistra. "Prematuro, prima occorre affrontare il tema delle legge elettorale. Immagino che anche per voi sia prematuro", osserva dinnanzi alla platea. A quel punto, rivolto a Giorgia Meloni, dice "O forse sei già sicura di essere la leader?". Captatio benevolentiae. O magari un cuneo nella competizione interna al centrodestra.

 

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