Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Giuseppe Conte si smarca da Marco Travaglio e loda Silvio Berlusconi disarmando gli anti-Cav

Carlo Solimene
  • a
  • a
  • a

La somiglianza fisica, nonostante i 28 anni di differenza, fu sottolineata dai meme sul web quando di Giuseppe Conte, appena insediatosi a Palazzo Chigi, ancora non si conosceva nulla se non, appunto, le fattezze fisiche. E il sorriso, il naso, persino il portamento, sembravano proprio quelli di un Silvio Berlusconi ringiovanito. Col tempo, poi, l'opinione pubblica ha avuto modo di apprezzare tante altre similitudini tra i due personaggi. Il gusto nel vestire - dal doppiopetto del Cav alla pochette dell'avvocato il passo è breve - il debole per le telecamere, l'eloquio cerimonioso e avvolgente, persino quella capacità di farsi «concavo e convesso» con gli interlocutori che, per anni, aveva permesso a Berlusconi di tenere insieme una coalizione variegata e litigiosa e, più di recente, aveva consentito a Conte di passare, senza colpo ferire, dal presiedere un governo con la Lega a uno con il Pd. Era inevitabile, quindi, che tra i due scattasse un certo feeling, ferme restando alcune inconciliabili posizioni politiche. E così, complice l'emergenza pandemica che necessitava la più ampia convergenza nazionale, Silvio e Giuseppe hanno nel tempo coltivato una certa consuetudine fatta di telefonate cordiali e reciproci attestati di stima in pubblico. Inizialmente con la mediazione di Gianni Letta, poi sempre più autonomi. Certo, c'è stata la freddezza dei giorni in cui, alla caccia disperata di «costruttori», Conte ha provato a blandire anche diversi senatori di Forza Italia - celebre il tira e molla del pugliese Luigi Vitali, poi riportato all'ovile da Berlusconi - ma, archiviata quella fase, i rapporti sono tornati più che sereni.

 

 

Non sono suonate così strane, quindi, le parole con cui il capo politico dei Cinquestelle ha incensato il Cavaliere venerdì sera, ospite di SkyTg24. Ha ribadito il suo «rispetto» per il leader di Forza Italia e ha riconosciuto come le parole di quest' ultimo nei confronti del Reddito di cittadinanza abbiano dimostrato una volta di più «la sensibilità di Berlusconi per la gente che soffre». Sarebbe tutto normale, se non fosse per due particolari. Il primo è che Conte guida il partito che ha fondato buona parte della sua ascesa politica sull'antiberlusconismo. Basti ricordare come per Grillo il Cavaliere fosse lo «Psiconano». Il secondo particolare è che la possibile candidatura del leader di Forza Italia al Quirinale ha riacceso tra una parte dei Cinquestelle proprio quei sentimenti atavici. E prova ne è l'agguerritissima campagna stampa che sta conducendo «Il Fatto quotidiano», vero e proprio «house organ» del contismo, con tanto di raccolta firme per sbarrare la strada del Colle al Cav. Conte ha deciso di non accodarsi alla guerra di Travaglio.

 

 

Certo, i toni dell'avvocato non sono mai stati quelli, assai più severi, del giornalista. Ma quando c'è stato da censurare qualche avversario politico, leggasi Salvini, l'ex premier non si è mai fatto pregare. Con Berlusconi, invece, il trattamento continua a essere diverso. E non risultano agli atti, al momento, grillini infuriati col capo per l'«intellighenzia col nemico». Quanto questa «non belligeranza» possa incoraggiare le ambizioni quirinalizie del Cav è tutto da vedere. Conte ha specificato che «Berlusconi non potrà mai essere il candidato del Movimento 5 stelle». E d'altronde sarebbe stato assurdo il contrario. Ma, al tempo stesso, il suo atteggiamento contrasta visibilmente con quello dell'alleato (?) Enrico Letta che si affanna a definire «divisiva» la corsa al Colle del leader di Forza Italia. È davvero «divisivo» un politico per cui si ha «rispetto» e che ha grande «sensibilità»? Difficile sostenerlo. Diceva Baudelaire che «la beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste». Berlusconi non è più il diavolo neanche per i Cinquestelle. E questa, al di là di come andrà la successione di Mattarella, è per il Cavaliere già una piccola grande rivincita.

 

Dai blog