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Movimento 5 Stelle dilaniato dalle guerre interne, sulla patrimoniale ennesimo schiaffo grillino a Giuseppe Conte

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I partiti si dividono sugli 8 miliardi da destinare alla riduzione delle tasse e su un possibile contributo di solidarietà per i più ricchi, con una fronda interna nel Movimento 5 Stelle che spazza via ancora una volta la leadership di Giuseppe Conte. Mario Draghi, dopo aver incontrato ieri i leader sindacali, ha convocato in mattinata la cabina di regia del governo. L'impianto messo a punto dai partiti non cambia: 7 miliardi restano destinati alla riforma dell'Irpef, 1 alla riduzione dell'Irap per gli autonomi. Scaglioni, importi e detrazioni restano invariati. Sul tavolo, però, ci sono le richieste arrivate da Cgil, Cisl e Uil, che premono per una maggiore decontribuzione per le fasce più deboli e per escludere dalla riforma dell'Irpef - e dai vantaggi che ne derivano - i redditi superiori ai 75mila euro. Il premier e i partiti trovano presto una quadra per intervenire a favore dei contribuenti più in difficoltà: 1,5 miliardi risparmiati dal 'tesoretto' che deriva dal meccanismo saldo-acconto Irpef-Irap nel 2022 verranno destinati al taglio ai contributi Inps i per lavoratori sotto i 35mila euro. È sulla 'sforbiciata ai ricchi', invece, che la maggioranza si divide.

 

 

Ed è qui, riferisce Dagospia, che arriva lo schiaffo a Giuseppi. I gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle e i ministri presenti in Consiglio dei Ministri si sono detti contrari alla patrimoniale, così come l’hanno definita molti esponenti di centrodestra, e sono andati contro la linea dettata da Conte e da Stefano Patuanelli. L’ennesimo segnale di un capo politica che ha poca presa sui suoi.

 

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