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Di Battista a gamba tesa sul Quirinale: "Cosa hanno promesso a Draghi", spuntano le "fonti interne'

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Nella corsa al Quirinale la politica scalda i motori e si sovrappongono rumors e retroscena. A dare una lettura inedita delle grandi manovre di Palazzo all'ombra del Colle è Alessandro Di Battista, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita sul La7, giovedì 3 dicembre. L'ex grillino è sicuro di quel che dice in virtù di  presunte "fonti interne" e spunta la "promessa" dei partiti a Mario Draghi. 

 

Tutto parte quando Formigli presenta l'ultimo sondaggio Proger Index sui nomi più graditi degli italiani per il prossimo presidente della Repubblica. In crescita c'è il mandato bis di Sergio Mattarella, preferito dal 16,8 per cento degli intervistati. In calo le quotazioni dell'attuale premier, che perde qualche decimale e scende al 16,5 per cento, sei punti più di Silvio Berlusconi.

 

"Il dramma è essenzialmente politico. Draghi è stato convinto a fare il presidente del Consiglio" perché era l'unico a poter mettere d'accordo tutti, "anche per la sua autorevolezza" ammette l'ex grillino. Tutti i partiti non vedevano l'ora di "mettere la mani sui soldi del Pnrr" attacca Di Battista che spiega di aver lasciato il Movimento 5 Stelle anche perché è andato al governo con Forza Italia "attraversando il Rubicone", una linea invalicabile. È un governo dell'assembramento, indecoroso".  Ora, è la versione di Dibba, "tutte le forze politiche stanno implorando Draghi di fare un passo indietro " per restare a Palazzo Chigi con la quarta ondata del Covid alle porte perché se il premier andasse al Quirinale ci sarebbero le elezioni anticipate invise a molti. "Ma Draghi non ci pensa per niente perché gli hanno promesso, in un certo senso, in cambio di mesi di traghettamento al governo di andare al Quirinale" è la presunta rivelazione dell'ex 5Stelle che si sta riposizionando col Movimento Su la testa. 

 

"Ma è un suo ragionamento?" chiede perplesso Formigli. "Ho assolutamente delle fonti interne, le stesse che nell'agosto del 2020 mi dissero che una parte di establishment era al lavoro per sostituire Giuseppe Conte con Draghi". Il premier vuole salire al Colle per concludere una carriera di tutto rispetto", sostiene Dibba. 

 

 

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