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Che fine ha fatto il "moderato" Calenda? Ridateci quello del libro Cuore

Da pariolino a barricadero sboccato, ridateci il Calenda da libro Cuore

Arnaldo Magro
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«L’educazione di un popolo si giudica dal comportamento che egli tiene per la strada. Dove trovi villania per strada, la troverai anche nelle case». «Cuore» del 1984, con il regista Luigi Comencini a trasporre sul piccolo schermo il romanzo deamicisiano. Enrico Bottini, l’io narrante, colui che tiene le fila del racconto sull’onda dei ricordi delle elementari nella Torino del 1881-1882. Bottini con il perfetto grembiule dal colletto bianco, Bottini vestito alla marinara, Bottini con i capelli perfettamente a posto.

 

Bottini è Carlo Calenda a 11 anni. 37 anni dopo, l’alunno modello, pare mutato in un mix imperfetto, tra Carlo Verdone e Mario Brega. Roma, mercato di Porta Portese. Il segretario della Lega Matteo Salvini è in tour elettorale. A un tratto arriva Calenda; i due si salutano, poi il candidato a sindaco della Capitale gli dà 5-6 pacche sulle spalle, a mo’ di sfottò. Che infatti il Bottini adulto conferma su twitter: «Il ragazzetto faceva lo spiritoso e stamattina siamo stati a trovarlo. Dal vivo tiene le penne basse. Maschio, Bene così».

Ragazzetto a un leader politico che ha portato un partito a primeggiare sulla scena nazionale da circa 3 anni? Ad Calendum! Dopodichè, per non sbagliare, il nostro leader del centro moderato ha moderatamente ed europeisticamente scritto un «cinguettio» in risposta alla presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dopo il primo turno delle elezioni capitoline: «La prossima volta fai meno la fenomena, dai retta a Silvio e candida Bertolaso. Oppure candidati tu e vediamo cosa sai fare».

 

Maschio, fenomeno, incapace, qualunquista, criptofascista, questi sono solo alcuni dei complimenti, che il liberale e moderato Calenda rovescia quotidianamente su Twitter all’indirizzo degli avversari. Ora per ordire il suo «centrino» il Bottini adulto pone il primo aut-aut al Pd: una cosa da poco, buttare a mare il Movimento 5 Stelle, cioè l’alleato del laboratorio nazionale delle elucubrazioni di Letta. Schifati pure da Calenda i cinquestelle. L’avranno presa sicuramente benissimo in casa Grillo &co.

 

Accusato di essere troppo «pariolino», troppo «fighetto», troppo «ricco» per convincere el pueblo, pensa bene di spogliarsi degli abiti sartoriali per indossare la polo di ordinanza. Ma davvero può bastare così poco per convincere le periferie? Come barricadero sboccato, non piace granché, rimpiangiamo il Gallo Cedrone che voleva trasformare il Tevere in una freeway modello Los Angeles: «Con me si va nella città ridente, con me si va nell’eterno splendore!». A’ Carle’(Verdone, non Calenda), facci ridere! E ridateci l’alunno Bottini! Quello pettinato con la riga di lato.

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