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DiMartedì, Alessandro Sallusti spegne l'entusiasmo di Enrico Letta: perché tutti questi complimenti?

Giorgia Peretti
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“Buonasera presidente, le faccio anch’io i complimenti anche se mi chiedo il perché”, Alessandro Sallusti gela Erico Letta, in collegamento con “Dimartedì”. Il direttore di Libero è ospite nella puntata di martedì 5 ottobre, del talk show condotto da Giovanni Floris per interrogare il segretario del Pd, reduce dalla vittoria alle suppletive di Siena. Dopo esser stato indicato da tutti gli ospiti in studio come vincitore delle ultime elezioni amministrative, Letta spiega: “Sei mesi fa non mi sarei mai immaginato di ritrovarmi con un risultato così positivo". Sallusti lo punge: "Detto che il giorno dopo ognuno può sostenere di aver vinto, come fa Matteo Salvini che ha detto di essersi risvegliato con 63 sindaci, io le faccio i complimenti però tutto sommato avete vinto a Bologna dove governate da sempre, a Napoli dove l'ultimo sindaco non di sinistra credo che fosse Achille Lauro negli anni Sessanta. A Roma dopo l'esperienza disastrosa della Raggi avete lasciato il 20% a un vostro concorrente, a Torino che è una vostra roccaforte andate al ballottaggio con un signore del centrodestra. Perché è così entusiasta? Non ha solo fatto il suo?”.

 

 

“Noi alle scorse elezioni non abbiamo mai vinto al primo turno – tiene a precisare Letta -. A Bologna, a Milano, a Napoli non andammo nemmeno al ballottaggio, a Torino e Roma sappiamo tutti com'è finita. Se lei prende le cifre, guardi Sala a Milano...".  "Presidente, presidente io credo che a Milano avrebbe vinto chiunque, detto che Sala è stato un ottimo sindaco stimato anche da elettori non di sinistra, ma considerate le condizioni in cui si è presentato il centrodestra…”, ribatte il direttore. Il segretario del Pd conclude lanciandosi in una metafora calcistica: "Molti dicono 'eh ma il centrodestra ha sbagliato i candidati'. Ma se Roberto Mancini manda in campo in finale di Coppa del Mondo le terze linee e sbaglia la formazione poi è l'allenatore a pagare".

 

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