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La pesantissima accusa di Sallusti a Fanpage: "Inchiesta giornalistica su Fdi? Roba da servizi segreti deviati"

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Alessandro Sallusti si scaglia duramente contro l’inchiesta di FanPage su Fratelli d’Italia nell’editoriale sulla prima pagina di Libero del 4 ottobre. "La differenza tra giornalismo e servizi segreti, la trappola ai politici di centrodestra” il titolo del pezzo, che analizza la situazione dopo l’esplosione del caso. “L'unica libertà che un giornalista può rivendicare è di scegliere su chi indagare e chi risparmiare. Ogni giornalista ha più padroni che sono chi gli paga lo stipendio, le sue idee, i suoi informatori. Non si scappa, ciò che configge con uno di questi tre elementi non diventerà mai una inchiesta giornalistica, neppure nelle testate più prestigiose e apparentemente indipendenti”.

 

 

“Per questo quando - spiega Sallusti - un sito di informazione come Fanpage scodella pagine di giornalismo vigliacco, quello delle registrazioni a tradimento, contro esponenti della Lega o di Fratelli d’Italia, non esulto per il trionfo del giornalismo, prendo atto che un collega è arrivato sull'obiettivo che si era dato, che non è una verità assoluta ma lo sputtanamento di chi la pensa diversamente da lui e che lo faccia per soldi o per missione ideale poco cambia. Costruire una notizia provocandola o isolando dal contesto episodi in sé marginali non è giornalismo, è fare l'agente sabotatore al servizio di qualcuno”. 

 

 

Il paragone fatto dal direttore del quotidiano milanese è una pesante accusa: “Queste sono robe da servizi segreti deviati, cose che non hanno nulla a che fare con l'informazione tantomeno con la libertà di stampa. Quando un giornalista diventa giocatore è come se cambiasse mestiere, la sua etica scende addirittura più in basso di quella dei presunti cattivi a cui dà la caccia”.

 

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