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Salvini a processo, chi lo insulta su corruzione e tangenti se la cava con l'immunità

Carlo Solimene
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Aveva sostanzialmente dato del «tangentaro» a Matteo Salvini, che l’aveva prontamente querelato per diffamazione. Il processo, però, non si terrà mai. Perché Guy Verhofstadt, già primo ministro belga dal 1999 al 2008 e oggi capogruppo dell’Alde nell’Europarlamento, si avvarrà dell’immunità che spetta ai membri dell’assemblea di Strasburgo. A concederla è stata la stessa assemblea che lunedì ha votato a scrutinio segreto. Su 687 presenti, ben 572 hanno scelto di considerare le accuse mosse da Verhofstadt a Salvini come opinioni espresse nell’espletamento delle sue funzioni da rappresentante del popolo. Di conseguenza non perseguibili per legge. Una scelta, quella dell’Europarlamento, chiaramente controversa. Il 13 febbraio 2020 il politico belga aveva auspicato in un tweet che venisse fatta giustizia per la «massiccia corruzione con tangenti petrolifere russe» nei confronti di Salvini. Da lì è scattata la denuncia per diffamazione da parte dei leader della Lega al Tribunale di Trento. Il processo, però, non avrà luogo.

 

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