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Afghanistan, Luigi Di Maio al mare scatena le risse in tv

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Arnaldo Magro
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I summit direttamente dal bagnasciuga di Porto Cesareo del ministro Di Maio riecheggiano ovviamente anche negli studi televisivi. Ingenerando non poco caos. Il fuoco amico della sinistra non risparmia neanche i Cinquestelle. Da moralizzatori a moralizzati il passo è breve, per tutti. «A fare i più puri, poi trovi quello che ti epura» ammoniva Pietro Nenni. C'è chi come Maria Elena Boschi, chiede che Di Maio rientri subitamente a Roma, per informare il Governo. Ricorda molto come situazione, quando il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, venne «disturbato» nella quiete delle vacanze, dal crollo del Morandi. Di Maio dunque, pensando non tocchi poi a lui armarsi e combattere in prima linea le milizie talebane, di lasciare il Togo Bay non ci pensa manco per sogno.

Ecco dunque lo scontro tivù tra Maurizio Gasparri e Gaetano Pedullà su La7. Pedullà' riesce nell'impossibile. Difende con strenua tenacia le posizioni incomprensibili dei Cinquestelle. «Meglio difendere Di Maio alla Farnesina rispetto a gente come Gasparri che incentiva la politica delle bombe». «L'unica politica delle bombe, la porta avanti Di Maio,mangiandosele alla crema e dalla spiaggia». «Lei è un pagliaccio che difende un demente come Di Maio» chiude il senatore di Forza Italia. Un bel clima tra alleati di governo. C'è stima. Non c'è che dire.

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