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La Lamorgese trasforma il green pass in una perdita di tempo e fa a pezzi i controlli

Francesco Storace
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In pratica, il green pass è solo una perdita di tempo. Parola di ministro dell’Interno e c’è da rimanere allibiti. Luciana Lamorgese si trasforma in una forseVax con dichiarazioni che certo non si possono aspettare dal capo del Viminale. Nel corso di una riunione in Piemonte la ministra se ne è uscita con tanto candore sui controlli in tema di green pass, che “non possono essere fatti dalla polizia”: e semmai ci penseranno ogni tanto i vigili urbani nelle varie città.

Ma ecco che cosa ha detto testualmente la Lamorgese: “Non si può pensare che i controlli sul green pass li facciano le forze di polizia, questo sarebbe distoglierle dal loro compito prioritario che è garantire la sicurezza mentre non escludo qualche controllo a campione da parte della polizia amministrativa”. Tutto giusto, ma non lo ha detto al premier e al ministro della salute che le forze dell’ordine non controlleranno la regolarità degli accessi al ristorante o al bar?

Tanto per aggiungere confusione a confusione, la ministra ha pure detto che “la regola è venga richiesto il green pass senza il documento di identità”, ha detto, specificando subito dopo che “su questo è in preparazione una circolare”. In particolare sui doveri dei titolari dei locali che, si immagina, neanche loro dovranno chiedere patente o carta d’identità all’avventore. E quindi sembra tutto un gioco sui nervi di chi lavora e dei cittadini in generale. Il green pass serve per Draghi e Speranza, ma non si controlla per la Lamorgese. È possibile avere idee un po’ più chiare dalle parti del governo?

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